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Pieno di se’ o pieno di se? Adesione cieca alla verità di un’immagine troppo evidente o apertura all’orizzonte di un possibile ancora troppo fragile? Comoda certezza di se’ o inquietante dubbio del se? A voi la scelta. Scomodo quesito su cui e in cui ci costringe letteralmente a riflettere Arianna Vanini (1977), attraverso un numero ristretto di lavori che ci arrivano, potenti, grazie anche a un allestimento che ha il coraggio di lasciare i vuoti, gli spazi per riflessioni necessarie. Bellissima l’istallazione la verità in tasca, composta da centinaia di disegni realizzati con la tecnica del frottage che riproducono la chiave di casa di persone che, durante la performance, hanno accettato di relazionarsi con l’artista. Qui, rifacendosi all’aneddoto delle chiavi di casa (che l’esperienza conferma aprono la porta) riguardante la visione einsteiniana della verità come evidenza esperibile, Arianna Vanini provoca la diffidenza nata da una consapevolezza incontrovertibile (che le chiavi di casa aprano la porta) e negata da un’ulteriore evidenza indotta dall’arte (le chiavi riprodotte non apriranno più alcuna porta), che ancora una volta cambia la serratura, deforma il nostro rassicurante orizzonte di certezze sordo all’imprevista variabile, a quel potenziale immanifesto in grado di frantumarlo.
Efficace e a tratti inquietante il colpo d’occhio della serie As Within so without, accurata selezione di scatti fotografici frutto, come ci racconta Rossana Ciocca, di un lavoro alla ricerca dell’aura tramite un’applicazione creata come affascinante fusione di arte, scienza, tecnologia ed esoterismo, capace di catturare quell’energia vitale e immanifesta che dice di noi e dell’altro aldilà di noi che ci attende, ma ancora ci sfugge, come la piccola zolla di prato di trifoglio bianco di il sogno può bastare, un pezzo di quel possibile che sempre sopravvive alla presa fatale della realtà. Persone, oggetti, luoghi diversi nelle più svariate situazioni: dei semi di loto, un uomo in posizione meditativa, un anziana donna agonizzante e poi morta, un cimitero, un coltello, un cretto di Burri, una foto di Penone, tutti emanano una dimensione che li trascende quale verità possibile ancora da essere aldilà dell’evidenza, la medesima ’evidenza-realtà attraverso cui deve passare per potersi dischiudere perché il seme di loto prima che diventi un fiore deve passare attraverso il fango quel fango è il mondo.
Martina Piumatti
mostra visitata il 9 settembre
Dal 7 luglio al 2 ottobre 2015
Arianna Vanini. POTENZIALE IMMANIFESTO Rossana Ciocca Arte Contemporanea Via Lecco, 15-20124 Milano
Orari: da lunedì a venerdì 14.30 -18.30 o su appuntamento Info: gallery@rossanaciocca.it; www.rossanaciocca.it;