Dalla prossima primavera anche Milano avrà il suo parco dell’arte pubblico. A Palazzo Reale è possibile farsi un’idea di quel che sarà, in una mostra che svela il progetto a cura di Roberto Pinto e Sara Dolfi Agostini, grazie al supporto del Comune di Milano.
Sono tanti i progetti per il futuro parco pubblico dell’arte in zona CityLife che meritano un elogio, e percorrere le sale in cui sono esposte le ricerche, i rendering e i modellini non è affatto tedioso e anzi, in questo caso l’approccio didascalico risulta essere funzionale alla costruzione di un preciso immaginario di quello che sarà ArtLine, e il perché.
Le motivazioni che gli artisti (Alis/Filliol, Giorgio Andreotta Calò, Maria Anwander, Francesco Arena, Riccardo Benassi, Rossella Biscotti, Mircea Cantor, Linda Fregni Nagler, Shilpa Gupta, Adelita Husni-Bey, Eva Kotátková, Maria Loboda, Armando Lulaj, Marie Lund, Nicola Martini, Haroon Mirza, Margherita Moscardini, Marlie Mul, Ornaghi e Prestinari, Amalia Pica, Wilfredo Prieto, Jon Rafman, Alice Ronchi, Matteo Rubbi, Timur Si-Qin, Elisa Strinna, Rayyane Tabet, Nico Vascellari, Serena Vestrucci, Xu Zhen) hanno fornito infatti sono per la maggior parte convincenti, inerenti alle richieste poste, di spessore creativo e spesso, poetiche.
Scolpire il tempo, di Giorgio Andreotta Calò vede protagoniste tre forme verticali che fanno da contrappunto alle tre torri di Isozaki, Hadid e Libeskind. Ognuna delle tre sculture nasce a partire da un elemento naturale, un tronco d’albero piantato nell’acqua della Laguna di Venezia. Le tre sculture esprimono insieme l’idea di passaggio del tempo e rappresentano idealmente le tre declinazioni del tempo: passato, presente e futuro.
IF WE HAVE NO BREAD WE WILL EAT YOUR CAKE di Maria Anwander riflette su quanto tutti noi abbiamo una certa responsabilità nei confronti degli altri membri della società. La scultura è una silenziosa richiesta di eguaglianza all’ombra della quale sarà possibile consumare un pic-nic, senza dimenticare che noi stessi possiamo essere agenti di un profondo cambiamento sociale.
Francesco Arena, in scuderia Raffaella Cortese, propone un progetto silenzioso, discreto, affascinante. Si tratta di 55 cornici da metro quadro l’una, disseminati all’interno del parco, non solo nello spazio destinato al progetto ArtLine Milano, ma in tutto il quartiere.
Di tutt’altra concezione è Beso, di Wilfredo Prieto: le monumentali pietre sferiche che si uniscono simulando un bacio sono enormi, sarà possibile passare attraverso la loro intersezione e godere della loro presenza in lontananza e in prossimità.
Ophrys, di Linda Fregni Nagler è la ricostruzione di una serra secondo standard scientifici all’avanguardia, destinata a studi e ricerche sulle specie botaniche autoctone rare e in via di estinzione e concepita come luogo simbolico trasparente e visibile in una zona centrale della città. La consuetudine di impiegare i negativi di vetro come materiale da costruzione verrà ripresa lungo il perimetro superiore della serra, che sarà istoriato con lastre fotografiche in vetro che riproducono immagini delle specie botaniche estinte, tratte dal prezioso e poco noto Erbario Sordelli (1872-97).
Un bel progetto insomma, quello di ArtLine. Seguiremo il suo svolgimento nel tempo monitorandone l’evoluzione, e il 10 gennaio annunceremo i vincitori.
Greta Scarpa
Dal 4 dicembre 2015 al 10 gennaio 2016
ARTLINE MILANO 30 Progetti per il Parco d’Arte Contemporanea
Palazzo Reale – Milano, Piazza Duomo 12
Orari: lunedì dalle 14.30 alle 19.30
martedì, mercoledì, venederdì sabato e domenica dalle 9.30 alle 19.30
giovedì dalle 9.30 alle 22.30
Info: www.palazzorealemilano.it