La prima personale di
Francesco Arena (Genova, 1966) a Milano presenta una selezione di un progetto molto complesso, elaborato nel corso degli ultimi quattro anni.
Una trentina di soggetti sono stati posti davanti a un vetro cieco, senza la possibilità di vedere dalla parte opposta. L’isolamento a cui sono stati sottoposti è anche acustico e il clima surreale è incrementato dall’esposizione di una luce rossa su uno sfondo giallo intenso, che crea un contrasto cromatico acido, nervosamente eccitante e stimolante. Per quarantacinque minuti, il compito dei soggetti è semplicemente quello di respirare mentre sono ripresi dalla parte opposta del vetro, da una telecamera diretta dallo stesso Arena e che ovviamente i protagonisti dei video non possono vedere.
L’illusione che doveva generarsi era quella di un isolamento intimo, quasi psico-analiticamente ipnotico. Infatti, dopo poco tempo, tutti facevano emergere, manifestandoli in modo progressivamente più accentuato, i propri disequilibri emotivi in termini di aggressività, debolezza, erotismo, megalomania, insicurezza.
È questo che ad Arena interessa registrare: il punto in cui viene perso il controllo. Per questo, dei quarantacinque minuti, è isolato ogni volta solo un terzo, quello più significativo, e dei trenta soggetti sono rientrati nel progetto finale solo i venti il processo di “sganciamento” dal proprio io sociale è riuscito.
Ad accentuare le varie emotività concorre la componente sonora, con venti musicisti di livello internazionale interpellati dall’artista per comporre ciascuno un brano dedicato a un video. Si tratta di musica elettronica, sperimentale, ambient, abbinata in modo biunivoco a ogni soggetto. La galleria Obraz ha operato una selezione di quattro video, per un’ora complessiva di proiezione, con
Cirqular (Giappone),
Maria Castro (Francia),
Coniglioviola (Italia) e
Act Noir (Italia).
Dagli stessi quattro video sono stati estratti e stampati alcuni still, montati in sequenza come mini-composizioni per non perdere, per quanto possibile, il senso della ripresa live. Sulle stampe sono state digitalmente aggiunte frasi attinenti al concetto fisico e metaforico del respiro tratte dalla letteratura classica, da Wilde a D’Annunzio, allo scopo di creare un ponte con un concetto di storia che può anche essere intesa come storia personale, intima.