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Fino al 12.I.2002 | Erwin Olaf | Milano, B&D Studio

di - 26 Novembre 2001

La novità è la prima serie. Sono scatti ritratti nell’omonimo locale di Amsterdam, il Paradiso, durante un dj’s party con il gruppo Speedfreax. Gigantografie di facce in metamorfosi, primi piani disposti su grandi plexiglass, in serie oppure a tutto campo. Le maschere dei personaggi inscenati, clowns e modelle, riempiono scenografie di massa o singoli tableaux. Muovendo gli occhi a camera eye, come se fossero macchine da presa, le foto paiono macro pellicole. In particolare le lastre fotografiche costruite una di fianco all’altra ridanno questo effetto filmico. La realizzazione di questi lavori fa pensare perciò alle esperienze fatte dall’artista come filmaker. Quanto ai contenuti, le istantanee lavorano con le variazioni psicologiche e di personalità dei volti e dei corpi inscenati. Le più esposte, i clown, sono lucide allegorie; per Olaf i pagliacci “rappresentano anonimità e rabbia, anche se vogliono far divertire i bambini, fanno paura. Le immagini fanno perciò riferimento al cosiddetto caso del clown, un episodio accaduto in Olanda nei tardi anni 80 nel villaggio di Oude Pekela nel nord dell’Olanda. Molti bambini locali sostennero improvvisamente di essere stati molestati da un clown. La polizia interrogò centinaia di persone, ma nulla fu mai confermato. Nessun clown sospetto fu trovato. Diversi psicologi ritennero di trovarsi di fronte a un intrigante caso di isteria giovanile di massa, ma non è mai stato stabilito se si fosse effettivamente trattato di un caso di abuso. Giocano ruoli determinanti nella costruzione di questi lavori i trucchi, lo stylist, e gli allestimenti dei set. Gli sfondi, per paradise simili a policromie black and red dark, sono variabili; ciascuna serie ha le sue specificità; non trascurabili gli interventi successivi al Pc che, in certi casi, richiedono lavori di mesi. In nature si esaltano, per esempio, i toni paglierino, stile anni ’50. L’idea che muove è quella di guardare i mondi delle mode, delle pubblicità, a partire dalle pose di pin up invecchiate; le modelle non sono quelle originarie ma ciò che importa è il messaggio. Royal blood, sangue reale, racconta invece di personalità famose della storia morte ammazzate. Lady D, da un incidente, reca nel braccio lo stemma del mercedes, Poppea, uccisa dal parto, la principessa Sissi e il figlio Ludwig, sparato alla nuca, la zarina Alessandra, uccisa con i fratelli e la madre, Cesare, ammazzato alle spalle.

Il video (3′) passa su una parete composta di 9 teleschermi, un videowall. Le immagini sono sequenze di videodanza; i due clowns, il blu e il rosso, dominano le scene; le riprese riavvicinate accentuano i contrasti accesi dei costumi; lo sfondo è luminoso e bianco. Mimano lottare e mimano morire. L’ultima scena attacca la prima, in sequenze continue. L’incipit narrativo è un lento stacco su uno stelo di rosa; progressivamente la macchina allarga e compare le bleu; l’inizio delle lotte, appena il fiore viene raccolto, non è un flusso, un amalgama, né una scomposizione, una decomposizione di colori, piuttosto una sequenza ben definita; immagini chiare che si ripetono cambiando velocità. I balzi e gli scatti delle esecuzioni variano progressivamente con le musiche; la trama delle aggressioni è combinata con il crescendo dei ritmi. Le note de la vie en rose sono via via sostituite da suoni più caotici; i corpi alludono a gesti più macabri, all’ultimo sangue. La morte è il finale di entrambi; il rosso cade sul blu; in sequenza il loro sangue si spande a terra; il colore macchia il bianco, come anelli, uno con l’altro, blu – rosso – bianco – a loup, catene di violenze.

Biografia

Nato in Olanda nel 1959 Erwin Olaf è uno dei fotografi contemporanei più innovativi. Dal 1985 ha tenuto personali di rilievo al Museo Stedelijk di Amsterdam, al Groninger, al Ludwig e al Frankfurter Kunstverein in Germania, al Paris Photo, alla galleria Flatland di Utrecht, alla galleria Wessel O’Connor di New York, all’Espacio Minimo di Madrid e numerose altre. Nel 1988 ha vinto il premio Giovani Fotografi Europei in Germania, e nel 1998 il Leone d’argento a Cannes per la campagna pubblicitaria della Diesel. Una sua foto è stata scelta come manifesto della Biennale di Valencia 2001. Attualmente si prepara a girare un film di fantascienza, mentre il museo Groninger, per il tardo 2003, sta organizzando la più grande retrospettiva sulla sua intera opera.

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Link

B&D Studio Contemporanea

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Tullio Pacifici

Informazioni

Erwin Olaf: fino al 12.I.2002

B&D Studio Contemporanea, via P. Calvi 18, Milano

Tel. 02/5412.2563; fax 02/54122524

e-mail: bnd@bnd.it

Orari: dal martedì al sabato, 10.00 – 19.30

Ingresso libero

[exibart]

Visualizza commenti

  • Davvero complimenti al dott. Tullio Pacifici. La mostra è molto bella: consiglio anche le foto con le fashion victims

  • Gran bell'articolo e di grande suggestione. Si può avere un'idea di quanto costano le opere di quest'artista?

  • Le serie - Paradise, Nature, Royal Blood, hanno prezzi variabili e compresi tra i 3.000 e i 9.000 Euro.

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