Cruciverba, indovinelli, acrostici, confronti e rebus. Con ventidue chine su carta e un video, Iaia Filiberti (Milano, 1968) mette in scena le declinazioni e le metamorfosi dell’amore: fidanzamenti e matrimoni, nascite e addii, incontri e abbandoni. Perché, sebbene la ragione si impegni a classificarne l’indole indomita, gli esiti di una relazione sono sempre aperti.
E l’artista, proprio attraverso il linguaggio dell’enigmistica, conduce lo spettatore verso un’apparente soluzione, ponendo una sovrastruttura che scardina dall’interno i dettami della convenzione. Infatti, se ad ogni incognita corrisponde una soluzione -e viceversa- qui il “lieto fine” è pura illusione, o meglio, è divertissement. Le non soluzioni di Filiberti, come lei stessa le definisce, sono frasi fatte. Come la donna giusta o domani sarà troppo tardi per ottenere ciò che si spera. Proprio per la loro qualità di “illuminazioni” preconfezionate, le frasi si apprestano ad essere abilmente sconvolte. La pesante cortina dello stereotipo deve essere intaccata.
Protagonisti di questo affresco di possibili relazioni sono persone comuni, ma anche celebrity dello star system come Michael Jackson o Liz Taylor, che in qualità di icone mettono in luce le diverse psicopatologie in cui può incorrere l’amore. Eccoli quindi raffigurati nel dittico di anagrammi Matrimonio litigante.
Il culmine di Personaenigma arriva con il video, in cui le caselle di un cruciverba si vanno via via riempiendo di lettere. La sincopata genesi delle parole è accompagnata da un suono onomatopeico e la successione cronologica è rigorosamente studiata. Simbologie inconsce bombardano l’osservatore. L’apparente soluzione è evidenziata in grassetto: “L’amore è una strada tortuosa”.
Fino a che punto addentrarsi in questo percorso? Al visitatore non resta che scegliere quanto penetrare l’oscura materia che si nasconde e si addomestica sotto le conosciute sembianze della grafica. Grazie alla geniale metafora l’artista riesce a comunicare in modo diretto e a raggiungere un’identificazione più vasta possibile di quella stessa società che attentamente osserva e rappresenta. Da non sottovalutare il catalogo della mostra che, per l’occasione, si camuffa da Settimana enigmistica.
silvia criara
mostra visitata il 23 gennaio 2006
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