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08
settembre 2009
fino al 12.IX.2009 Maurizio Bongiovanni / Tiziano Martini Milano, Studio Cannaviello
milano
Cosa è reale? Cosa non lo è? Un attimo eterno di astrazione moltiplicato all’infinito. Sull’orlo suggestivo fra Abstraction e Action. Per attraversare ciò che è impossibile da afferrare...
Intorno alle arditezze dell’astrazione si muove la doppia
personale allo Studio Cannaviello di due giovani artisti, Tiziano Martini (Soltau, 1983; vive a Belluno) e Maurizio
Bongiovanni (Tettnang,
1979; vive a Milano).
Specularmente differenti per scelte semantiche, strade
pittoriche e orizzonti immaginifici, Martini racconta di paesaggi che si
scompongono e decostruiscono tracciando i contorni di un universo in
dissoluzione, mentre Bongiovanni dipinge scorci di una natura “lacrimante”: si
veda la serie Bird Rib e di contro la carrellata To bore robot, che esplode di forme meccaniche
in cerca del “ristoro di una riumanizzazione” (così Stefano Castelli in
catalogo).
Ci si muove dunque sul fronte Abstraction-Action. In un contesto contemporaneo in
cui il concetto di realtà ha subito un ribaltamento radicale, occorre
ristabilire nuove coordinate al senso stesso di “astrazione”. Da qui la
dichiarazione d’intenti: “L’azione che si aggiunge a un’astrazione di nuovo
segno”, spiega Castelli,
“un’attitudine trasformativa rispetto alla situazione vigente”.
Questa genesi in fermento si può cogliere nelle opere in
mostra. Un’esplosione demiurgica che in entrambi i casi non resta anchilosata
in schemi prestabiliti, piuttosto straborda con agile poesia tra realismo e
astrazione. Bongiovanni e Martini si muovono con prospettive completamente
difformi sull’orlo di un abisso imprevedibile. In moto. In azione. C’è un
piacevole flusso creativo che si ode attraversando le ampie stanze della galleria.
Ad accogliere il visitatore, “le cascate di colore che
secernono i volatili in primo piano” di Maurizio Bongiovanni. “Cascate”, glossa il curatore, “che
sono lacrime per l’artista. Una mortificazione”. A chiudere la mostra, i
paesaggi di Tiziano Martini. Luoghi nebulosi, in cui è evidente la traccia del
gesto pittorico. Il segno di un’azione creatrice carica di tensione.
I paesaggi, tutti oli su tela di diverse dimensioni, sono
spazi impossibili. Sono atmosfere immense. Memorie che esplodono. Implodono. “Luoghi
in cui forse”, conclude
Castelli, “si può realizzare l’eterna aspirazione dell’uomo
all’indeterminatezza, alla dimenticanza di sé, all’oblio, alla contingenza”.
personale allo Studio Cannaviello di due giovani artisti, Tiziano Martini (Soltau, 1983; vive a Belluno) e Maurizio
Bongiovanni (Tettnang,
1979; vive a Milano).
Specularmente differenti per scelte semantiche, strade
pittoriche e orizzonti immaginifici, Martini racconta di paesaggi che si
scompongono e decostruiscono tracciando i contorni di un universo in
dissoluzione, mentre Bongiovanni dipinge scorci di una natura “lacrimante”: si
veda la serie Bird Rib e di contro la carrellata To bore robot, che esplode di forme meccaniche
in cerca del “ristoro di una riumanizzazione” (così Stefano Castelli in
catalogo).
Ci si muove dunque sul fronte Abstraction-Action. In un contesto contemporaneo in
cui il concetto di realtà ha subito un ribaltamento radicale, occorre
ristabilire nuove coordinate al senso stesso di “astrazione”. Da qui la
dichiarazione d’intenti: “L’azione che si aggiunge a un’astrazione di nuovo
segno”, spiega Castelli,
“un’attitudine trasformativa rispetto alla situazione vigente”.
Questa genesi in fermento si può cogliere nelle opere in
mostra. Un’esplosione demiurgica che in entrambi i casi non resta anchilosata
in schemi prestabiliti, piuttosto straborda con agile poesia tra realismo e
astrazione. Bongiovanni e Martini si muovono con prospettive completamente
difformi sull’orlo di un abisso imprevedibile. In moto. In azione. C’è un
piacevole flusso creativo che si ode attraversando le ampie stanze della galleria.
Ad accogliere il visitatore, “le cascate di colore che
secernono i volatili in primo piano” di Maurizio Bongiovanni. “Cascate”, glossa il curatore, “che
sono lacrime per l’artista. Una mortificazione”. A chiudere la mostra, i
paesaggi di Tiziano Martini. Luoghi nebulosi, in cui è evidente la traccia del
gesto pittorico. Il segno di un’azione creatrice carica di tensione.
I paesaggi, tutti oli su tela di diverse dimensioni, sono
spazi impossibili. Sono atmosfere immense. Memorie che esplodono. Implodono. “Luoghi
in cui forse”, conclude
Castelli, “si può realizzare l’eterna aspirazione dell’uomo
all’indeterminatezza, alla dimenticanza di sé, all’oblio, alla contingenza”.
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dal 17 giugno al 12 settembre 2009
Tiziano
Martini / Maurizio Bongiovanni – Abstraction-Action
a cura di Stefano Castelli
Studio d’Arte Cannaviello
Via Stoppani, 15 (zona Porta Venezia) – 20129 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 10.30-19.30
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39 0220240428; fax +39 0220404645; info@cannaviello.net; www.cannaviello.net
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