Questa Parigi…è come se tutta la sua dolcezza mi penetrasse con un bacio… (Joan Mirò).
Con l’intensa espressione di Joan Mirò, nella quale l’estroso pittore surrealista descrive l’incanto che su di lui esercitava la capitale francese, si conclude la visita all’importante mostra, allestita presso la prestigiosa sede di Palazzo Martinengo a Brescia, sui pittori catalani che lì soggiornarono, tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento.
Parigi era in questo periodo il centro propulsore delle nuove tendenze verso cui si andava piegando l’arte contemporanea, ragion per cui attirava a sé molti artisti di svariate nazionalità, desiderosi di assimilare vie innovative di sperimentazione formale ed espressiva. Anche la rappresentanza catalana, a cominciare dagli anni Sessanta, approda a Parigi e da questo momento un flusso continuo di pittori provenienti dalla regione spagnola intesse le trame con le diverse correnti che nascono nella Ville Lumière, a cominciare dall’Impressionismo, fino ad arrivare al Surrealismo, passando per il movimento Fauve e, negli anni ‘90, per il Modernismo, di cui Gaudì – ricordato nella mostra da un originale filmato intitolato Barcellona. Viaggio nel Modernismo – risulta esserne il rappresentante catalano più significativo.
L’esposizione, organizzata da Brescia Mostre in collaborazione con la Generalitat de Catalunya, si propone di fare emergere la peculiare varietà degli artisti catalani, dai più celebri Santiago Rusinol, Salvador Dalì – qui rappresentato dalle acqueforti realizzate per I canti del Maldoror – Romà Ribera e Joan Mirò, sino a quelli meno conosciuti ma estremamente interessanti e “assoluti” nella loro individualità.
Accompagnati da una suggestiva musica catalana, le undici sale che compongono la mostra mettono a contatto col gusto garbatamente realista di Ramon Martì Alsina, per poi procedere nel tempo e nelle scelte stilistiche di Ramon Casas, intimo amico di Utrillo e di Picasso, entrambi catalani, ed elegante esponente del Modernismo pittorico, o di Joseph Domenènech Samaranch, che attraverso la ricerca coloristica e tonale comunica gli scintillanti colori dei tramonti della sua terra catalana.
Mettere in luce la ricchezza delle diversità, come ha affermato Alberto Cavalli, vicepresidente di Brescia Mostre, è dunque l’obiettivo dell’esposizione, al fine di elaborare quelle differenze affascinanti di interessi e di stili che caratterizzano i pittori catalani, i quali, nella loro ricerca, assimilano da fonti comuni, per poi rifrangere come in un prisma, tutti i colori, anche contrastanti, delle molteplici forme espressive.
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Mariangela Falchetti
mostra visitata il 09/02/2002
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