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fino al 12.V.2012 | Nate Lowman | Milano, Galleria Massimo De Carlo

di - 9 Maggio 2012
Una porta di una chiesa con inserti di vetri colorati si spalanca sulla prima stanza della Galleria Massimo De Carlo, la “cattedrale” dell’arte internazionale più cool di Milano, che ospita l’installazione Swiss Cheese and The Doors: A one Night Stand di Nate Lowman (Los Angeles, 1979), erede di Duchamp, di Warhol, di Prince, noto per una rielaborazione complessa della cultura dei media, delle immagini e per la tecnica di stampe su tela sovradimensionate. Le sue xerografie oversize, interagiscono con lo spazio e diventano supporti ideali per un racconto della realtà, scandita da foto a brandelli rubate dai giornali, frasi, citazioni e assemblaggi di materiali di scarto, trasformando la comunicazione in una rappresentazione teatralizzata della Babilonia mediatica. Quaranta lavori, costituiscono il gruppo di opere eterogenee (realizzate dal 2006 al 2011), utilizzate per questa installazione site-specific, dall’allestimento curatissimo da Lowman, come dimostra l’illuminazione utilizzata in due sale della gallera, con tubi al neon fluorescente (blu, rosa, giallo, arancione), forse ispirato a Flavin, di casa nella Chiesa Rossa a Milano.

Piace la sua tecnica divisionista e un mix equilibrato tra colori acrilici e pittura ad olio come elaborato linguaggio che evidenzia l’ambiguità paradossale della comunicazione, con installazioni scenografiche grazie alle luci al neon e alla rivisitazione di materiali di scarto. Una porta da saloon si apre sulla seconda stanza e sul ready-made della realtà: un ritratto di Val Kilmer, in posa alla Jim Morrison nel film di Oliver Stone, sagome riverniciate di distributori di benzina e di porte messe a muro; spicca il suo tavolo da lavoro, inclinato, ancora ricoperto di macchie di colore, miste ad altre tracce di vissuto. Le porte, reali e illusorie, sono la chiave d’interpretazioni dei paradossi di Lowman, simbolo di passaggio dal mondo della finzione alla realtà, si aprono su luoghi empirici e concettuali. La porta è ambivalente come la comunicazione: tutto dipende da come si interpreta l’opera. Al secondo piano sono esposte otto opere ammantate in una luce irreale: stampe su tela che riproducono fette di formaggio gruviera con buchi che creano effetti di illusoria profondità spaziale e un grande telo da lavoro messo a muro, utilizzato per ricoprire il pavimento nel suo studio. Nell’ultima sala, l’ironia trionfa con tre improbabili alberi, simili a quelli profumati utilizzati per le automobili, decorati a strisce con i colori che si ispirano alla bandiera rastafariana (Jamaica), italiana e Usa, dall’effetto stampa xerografica d’impatto decorativo.

jacqueline ceresoli

mostra visitata l’11 aprile 2012

dall’11 aprile al 12 maggio 2012

Nate Lowman  – Swiss Cheese and The Doors: A one Night Stand

Galleria Massimo de Carlo

Via Giovanni Ventura 5 (20134) Milano

Orari: da martedì a sabato, ore 11:30-19:30

Info: +39 02 7000 3987 – info@massimodecarlo.itwww.massimodecarlo.it

Jacqueline Ceresoli (1965) storica e critica dell’arte con specializzazione in Archeologia Industriale. Docente universitaria, curatrice di mostre indipendente.

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