Onde di cemento seguono lo
sviluppo del terreno mosso, in alcuni casi con indefinite visioni d’acqua nello
sfondo: per i viaggiatori del Mediterraneo sono tante davvero le metropoli
così, metamorfosi disordinate nel tempo, le tracce della storia (qui poche e
sufficientemente anonime) soffocate dalle forme più diverse di piani rialzati e
balconi, tra residui dimenticati di vecchi edifici ancora abitati (con lenzuola
stese, antenne paraboliche) e alti edifici d’incerta, deprimente modernità.
Una scelta precisa, quasi crudele,
nel sottrarre identità, carattere, unicità a una città straordinaria: solo chi
conosce Istanbul riesce forse, a fatica, a ritrovare con l’immaginazione in una
mappa personale di ricordi ed esperienze, anche quanto è nascosto, reso
segreto, invisibile.
Sì, vero: la fotografia – e Gabriele
Basilico (Milano,
1944) è architetto, precisa la sua attenzione ai volumi, agli spazi, ai ritmi
di sviluppo urbano – può anche dire, ricordare, svelando il macro-visibile,
quanto ancora c’è da scoprire, il passato d’antiche costruzioni, l’animata vita
della gente varia di colori, di volti e d’abiti, il magico mare dello stretto,
arrivi e partenze di uomini e merci. Qui viene negato ogni segno di memoria
turistica e di percorsi più colti. Nelle immagini – una trentina, alcune in
bianco e nero – sono poche le persone per le strade, se non forse unicamente in
un attraversamento pedonale, dove solo alcune bandiere e scritte fanno
ipotizzare d’essere in Turchia.
Protagonisti sono i quartieri di
recente costruzione. Alti edifici molto simili tra loro, ancora circondati
dalla terra smossa, quasi privi di strade per arrivarvi. Oppure casette a
schiera. Tutto ancora come ovunque? Neppure le foto dall’alto della città
sconfinata, distesa nella notte, riescono a restituire, a evocare la
personalità fascinosa di una metropoli ricca di differenze, inquieta, di
confine.
Dunque, una denuncia? O solo, in
nitide immagini, il riconoscimento di un destino delle metropoli in espansione
ovunque nel mondo? “Come si fa a catturare la forma di una città?”, si domanda Luca Doninelli
aprendo, nel catalogo della mostra, il suo scritto introduttivo: ci sono gli
aspetti legati alla conformazione geografica e alla storia, allo sviluppo nel
tempo e all’incontro di popoli…
Cosa si potrebbe dire della forma
di Istanbul osservando le precise, rigorose foto di Basilico?
Basilico
e Piranesi
valeria ottolenghi
mostra visitata il 30 settembre
2010
dal 15 settembre al 12 dicembre
2010
Gabriele Basilico – Istanbul
05.010
Fondazione Stelline
Corso Magenta,
61 (zona Magenta-Cadorna) – 20123 Milano
Orario: da
martedì a domenica ore 10-20
Ingresso: intero
€ 4; ridotto € 3
Catalogo Corraini
Info: tel. +39 0245462111; fondazione@stelline.it; www.stelline.it
[exibart]
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