Dopo Hermann Hesse e Dino Buzzati, il comune di Cernobbio ha deciso di omaggiare i grandi maestri del Novecento con un nuovo ciclo a loro dedicato. E il primo artista proposto al pubblico è Giorgio Morandi, pittore e incisore nato a Bologna nel 1890. Non sempre, in effetti, si ricorda il Morandi incisore, per contro in questa esposizione sono proposte diverse acqueforti. Potremmo suddividere concettualmente la mostra in 4 grandi aree, corrispondenti a tipologie differenti di esecuzione: oli, acquerelli, disegni e acqueforti. Tutti i lavori affrontano il tema della natura morta e del paesaggio, quali unici “personaggi” delle invenzioni dell’artista. Eppure gli oggetti rappresentati trascendono la realtà così come la cogliamo. Nell’accostamento delle forme, infatti, siano esse caraffe, scatole, bicchieri o bottiglie, Morandi ricercava, attraverso lunghe meditazioni, atmosfere che permettessero alla realtà di rimanere presente ma nascosta, concreta ma mistica. Ecco perché l’opera dell’artista non deve essere letta in maniera semplicistica: è frutto del lavoro mentale di purificazione degli oggetti alla ricerca della loro vera essenza, delle linee semplici che identifichino la loro realtà intrinseca. Per questo in mostra troviamo molti lavori su carta, quasi schizzi, esemplificazione del procedimento artistico seguito da Morandi prima di giungere alle versioni definitive dei dipinti o delle incisioni. Riproducendo in maniera sistematica oggetti banali, egli li fa annullare, svanire, ottenendo nuovi significati, e nuovi rapporti con la realtà. Scriveva Haftmann, a proposito del lavoro di Morandi: “la forma pura è scevra di turbamenti letterari. Si potrebbe chiamare astratta, se non sorgesse così immediatamente dall’oggetto”.
Luci e ombre delineano i paesaggi dipinti a olio nei quali ci imbattiamo subito, all’inizio della visita. Più delicati e sfumati sono quelli tratteggiati con l’acquerello. Le forme sfumano, si fondono con gli sfondi da cui emergono. Fondi bianchi, figure soffuse, evocazione di echi di qualcosa che è sicuramente più profondo del semplice oggetto rappresentato. Così anche nelle acqueforti, intrecci più o meno fitti creano paesaggi, luoghi, percorsi. La ricerca dei chiaroscuri è evidente nella Veduta della Montagnola di Bologna, mentre l’acquaforte Il ponte sul Savena a Bologna è uno scorcio sfumato e nebbioso di una scena cittadina. Emozionante per geometrie e dialogo dei colori, la Natura morta (1961), dove vibra il colore arancio del bicchiere. Mentre sorprendono alcune acqueforti su zinco per “l’oggetto” ritratto, vasi di fiori, tema meno frequente e famoso rispetto ad altri.
E ancora, testimoni dell’attenzione che il mondo dell’arte ha dedicato all’artista bolognese, sono due dediche in mostra, una di Pablo Picasso e l’altra di Giacomo Manzù. A corollario delle opere esposte, una rassegna stampa con quotidiani d’epoca, una serie di volumi dedicati al maestro, e sala audiovisiva dove è proiettato un filmato che propone la visita virtuale al Museo Morandi di Bologna.
Diceva l’artista “non c’è niente di più astratto del mondo visibile”.
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Davvero meraviglioso l'articolo e queste immagini. Morandi è sempre Morandi
Grazie per le immagini e per il taglio dato alla recensione! Spero di visitare la mostra al più presto...
Per una bolognese d'azione che ha sempre amato le atmosfere morandiane non può che essere una gioia leggere parole così pertinenti e sensibili come quelle dell'articolo.Un ottimo inizio per chi vuole avvicinarsi al quel paesaggio mentale che è l'arte di Morandi.
MORANDI-------oscuro desiderio-------albe inquiete,insulari------musiche silenti------cordoni ombelicali-----gesti rallentati---danze nei venti-------oceani traslucidi inabitati----folle umane in volo------migrazioni----sassi----rugiade-----MISTERI
Bella la pittura di Giorgio Morandi, tra le molte opere, interessante " Natura morta " ( 1918 - olio su tela ) Milano, Brera.
Primo assertore della Metafisica è Giorgio De Chirico. Alla pittura metafisica si accostano anche Giorgio Morandi e Carlo Carrà (che già aveva aderito al Futurismo).
Cara Stefania Caccavo hai presntato bene lo spirito dell'arte del nostro grande Giorgio Morandi. Grazie.
veramente eccellente, fai venire immensa la voglia di andare a vedere la mostra...
Complimenti a Stefania Caccavo per la freschezza dello stile e la lucidità dell'esposizione.
Un saluto accorato anche a Morandi.
Ciao, Biz.
Avete visto quanto è bella la nostra amica Maria Pezzica?
Lei è troppo sinceramente modesta per dirlo...
... ma io vi invito alla Biennale di Firenze a cui Lei parteciperà quale rappresentante potente dell'arte moderna italiana.
Le sue opere sono fulmini vocali che gridano pace, colori che nascono dalla fonte dell'amore, delicatezza che sfiora le cime innevate di una neve calda, che coccola il cuore.
Ho la fortuna di aver visto ed assaggiato alcune sue opere, sono come una sinfonia di Bellini, ricche di colore istintuale, pregne della lezione di Fontana, di Burri, e persino di Kandinsky.
In mezzo a tutti questi allestimenti plastificati, di ascensori olezzanti di sudore di tessuti sintetici, in mezzo a ragazzini viziati che con qualche soldo comprano il senso estetico altrui, di galleristi arrapati che concedono la direzione di riviste a donnicciole che ragionano con la "topa", di farfalloni dal portafoglio rigonfio dei vostri soldi....
... è bello sapere e vedere che c'è ancora qualche sano artista che non dipinge per gli altri ma per il proprio piacere personale.
Certo, Maria Pezzica non è l'unica, ma siamo ancora in tempo per dirle grazie.
Ciao, Biz.