A partire dall’opera Appunti, donata al Museo milanese nel 2014, la mostra “Eugenio Carmi. Appunti sul nostro tempo. Opere storiche 1957-1963” si inserisce all’interno del ciclo “Focus” e si concentra sulla produzione e sulla ricerca artistica di Eugenio Carmi tra il 1957 e il 1963. Anni in cui si diffonde una progressiva sfiducia nei valori tradizionali della pittura che, dai primi Otages di Jean Fautrier del 1942, fino agli anni Sessanta, dilaga non solo in Europa, ma anche negli Stati Uniti e in Giappone.
La produzione dell’artista genovese si inserisce appieno nel clima di forte sperimentazione artistica che porta gli artisti a includere nelle loro opere materiali extra artistici, creando un nuovo concetto di scultura e pittura. Come nell’opera All’Algeria del 1962, composta da lamine di acciaio e ferro, realizzata con gli operai dello stabilimento Italsider di Cornigliano. È proprio durante la sua direzione artistica dello stabilimento che realizzerà la serie di opere in metallo intitolate Appunti sul nostro tempo: «annotazioni di ciò che esiste e accade attorno a lui: appunti sul paesaggio – naturale, urbano, industriale», per citare le parole dell’amico Umberto Eco, recentemente scomparso.
Materiali di scarto e materiali industriali si caricano di significato divenendo nuovo materiale per l’arte. Seguendo l’ideale del Bauhaus di fondere arte e industria, Eugenio Carmi è convinto che l’arte debba trarre ispirazione direttamente dalla scienza e dalla tecnologia del suo tempo. Riecheggia la lezione di Lucio Fontana e Alberto Burri i quali per primi, in Italia, riflettono sul valore espressivo dei materiali, cioè sulla capacità delle loro caratteristiche specifiche, come ad esempio durezza, pesantezza, trasparenza, di avere ripercussioni sulle qualità formali dell’opera e quindi sul suo significato.
Nelle opere su carta esposte in mostra, realizzate tra gli anni Cinquanta e Sessanta, Carmi impagina composizioni pittoriche con uno o più riquadri centrali su fondo monocromo e strutture fortemente verticali suddivise da linee e campiture di colori differenti, o con elementi circolari sovrapposti. Un gesto che diviene sempre più calligrafico nelle opere Senza titolo del 1957-59 che ricordano i segni di Roberto Crippa e Cesare Peverelli. Segni che diventano tracce non più di un vissuto di matrice espressionista, ma ricerca della “forma pura” che attraverso un linguaggio primordiale e polimaterico sappia parlare del proprio tempo. La produzione artistica di Eugenio Carmi incarna l’adesione ai principi dell’Informale in opere come Appunti del 1963 il cui collage, attraverso la frammentazione e la sovrapposizione degli elementi, procede alla lucida riduzione dello spazio della superficie indagando le regole della rappresentazione pittorica scardinata a partire proprio dagli anni Cinquanta.
Da non perdere anche la mostra “Licalbe Steiner, grafici partigiani”: una sezione inedita che ricostruisce l’attività di Lica e Albe Steiner, la loro ricerca grafica e foto-grafica, editoriale, pubblicitaria attraverso allestimenti, marchi, presentazione di prodotto, manifesti e grafica di impegno civile; e “milanopiazzaduomo”, una mostra fotografica che mette a confronto le opere che Gabriele Basilico e Marina Ballo Charmet dedicano a questa piazza.
Sara Marvelli
Dal 5 dicembre 2015 al 13 marzo 2016
EUGENIO CARMI. APPUNTI SUL NOSTRO TEMPO
Opere storiche 1957 – 1963
Museo del Novecento
Via Marconi, 1 Milano
Orari: lunedì 14.30 – 19.30, da martedì a domenica 9:30 – 19:30, il sabato 9:30 – 22:30