“
Unheimlich è la parola che meglio
definisce l’irriducibile hantise”, scriveva Jaques Derrida in
Spettri di Marx, nel 1993. “
In essa il piĂą
familiare diventa il più inquietante. L’essere, o il sentirsi, a casa diventa
paura. Lo spazio viene occupato nel segreto del suo interno, mentre dal piĂą
estraneo arriva il lontano, il minaccioso”
.L’
Unheimlich è un concetto appartenente al
mondo della psicoanalisi e della filosofia piĂą cupa che, nel linguaggio del
silenzio, indica lo svelamento di quel che è nato come già nascosto e che ormai
non si può più dire. In realtà è possibile trasferire il senso dell’
Unheimlich
solo in relazione
con il suo opposto:
heimlich è “
tranquillo, comodo perché familiare”
(da
heim = casa, ma anche
heimat = patria) e perciò apparentemente
rassicurante. Ma talvolta, come suggeriscono i tre filmati di
Carl Michael
von Hausswolff (Linköping,
1956; vive a Stoccolma)
& Thomas Nordanstad (Gothenburg, 1964; vive a
Stoccolma e Bangkok), lo stesso aggettivo viene usato per indicare qualcosa di
sospettoso, di nascosto e segreto, identificandosi con il proprio opposto: l’
Unheimlich.Con
Three films l’artista e il film maker svedesi
suddividono gli spazi della Galleria Fornello secondo due tipi di corridoi,
l’uno vuoto e l’altro pieno, l’uno scorrevole e l’altro interrotto, l’uno
completato dai tre video, l’altro aperto da due serie di foto (fotogrammi dei
tre girati). Due corridoi usati come i due sensi della parola
Unheimlich.Le tre pellicole sono state girate
a
Hashima, in
Giappone, nel 2002; ad
Al Qasr, Oasi di Bahriyah, in Egitto, nel 2005; e per finire a
Electra, nel Texas, nel 2008. I tre
lavori proiettati l’uno di fronte all’altro, nascono dalla collaborazione e
dalle esperienze di due autori dalla formazione diversa. Il primo film è stato
girato nella minuscola isola di Hashima
dove, all’inizio del XX secolo, venne aperta una
miniera carbonifera nella quale estraevano piĂą di 5mila persone. Hashima
divenne il luogo con la maggior densitĂ di popolazione al mondo (1,5 mq per
persona). Nel 1974 è stata resa operativa la decisione, da parte del governo
giapponese, di chiudere la miniera sull’isola, legge che ha causato l’abbandono
in massa delle strutture, rendendola deserta.
Il secondo film è stato girato nel
2005 nel piccolo villaggio-oasi di Al Qasr, nell’estremo sud dell’Egitto. Il
caldo, la luce riverberante e il ritmo insondabile della quotidianitĂ rendono
gli uomini come l’acqua che esce dai pozzi, quasi in stato di ebollizione:
un’eccezione. L’oasi, a causa delle sue condizioni impervie, è ancora oggi un
luogo legato a processi arcaici e irrimediabilmente lontani da qualsiasi
pensiero sull’azione della contemporaneità .
Per ultimo,
Electra, realizzato nel 2008, riporta
alcuni punti di vista di una cittĂ del Texas ancora una volta dimenticata dalla
figura dell’uomo. Attorno a questa cittadina trivellano più di 5mila
pumpjack
che estraggono le
ultime riserve di petrolio della zona. La vita a Electra scorre meccanica come
il movimento di questi macchinari, unica, inutile risorsa del luogo.
Three films sono tre pagine di un’unica
antologia del rimosso.