Agatha Ruiz de la Prada (Madrid, 1960), disegnatrice di moda e artista totale, monopolizza lo spazio della Triennale per questa rassegna che riunisce le creazioni di una vita. Abiti, sculture del corpo geometriche e coloratissime, si succedono su una potenziale passerella flou a bande gialle e fucsia. L’effetto è travolgente. La prospettiva è amplificata. Ci sono una serie di schizzi tracciati con tratto giovane e deciso a ricoprire una parete. I manichini sfoggiano una moltitudine di capi tra esemplari, forme, colori, materiali cangianti. Dagli anni Ottanta ad oggi.
L’artista è un’icona del pop spagnolo, la sua è una moda spontanea, essenziale e geometrica, fatta di linee e colori in accostamenti decisi. Ha fatto suoi i simboli elementari -il cuore, la stella, le nuvole- trasformandoli in un marchio, allegorie di un modo gaio di fare tendenza. Capi di color nero? Neanche l’ombra. Le produzioni di Agatha Ruiz de la Prada stazionano nei trendy territori ai confini tra arte e moda, a metà tra l’immaginario e il concreto, sono frutto di capriccio e genio, di un’ideologia del colore.
Il suo estro è multiforme, si applica in molteplici territori dell’essere si dà al servizio della vita di ogni giorno: vestiti, biancheria, accessori di moda e per la casa, complementi di arredo. La Ruiz collabora con numerose aziende per creare oggetti, rivisti in un caleidoscopio di colori. Abiti come costruzioni del corpo, sostenute da notevoli crinoline come l’Hoop Dress, abito cerchio
La serie di abiti omaggio esplicita la sua ispirazione e i suoi geni creativi, abiti che incarnano le varie singolarità dei maestri da cui Agatha Ruiz de la Prada è stata influenzata: Garcia Lorca, Andy Warhol, Sean Scully, Peter Halley, Donald Jud, Almodovar, Issey Miyake e tanti altri.
Dai primi esemplari agli ultimissimi della collezione primavera-estate 2005, questi vestiti, così azzardati da sembrare abiti di scena, sono invece profondamente legati alla vita, quella di tutti i giorni. Ispirazione, minimalismo, geometrie pop, solidi, circonferenze ridisegnano il corpo femminile in una forma nota. Una mostra traboccante di ottimismo e buon umore. Una rassegna di un artista che ha fatto del suo modo una bandiera, una vetrina che è una sfida alle personalità più composte.
francesca tollardo
mostra visitata il 16 settembre 2005
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operazione di marketing con l'arroganza dell'ingresso gratuito.
la mostra è carnevalesca, lontana dalle innovative idee che invece si trovano in showroom.
c'è più design e ricerca nei capi commercializzati che nella galleria di manichini acefali e sgargianti della mostra.
vale la visita la parete con gli schizzi e il bel catalogo.