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Nell’ambito del ciclo “Proposte dalla collezione del Museo”, il progetto “Turbolenze” a cura di Stefano Pezzato, presenta una selezione di opere su un tema specifico: quello dell’inquietudine, irrequietudine, dell’insicurezza e degli sconvolgimenti economici, politici e sociali. Tema che è un pò il pretesto della mostra, anche se non appartiene direttamente a nessuna delle opere presentate, ma paradossalmente le accomuna tutte nel percorso espositivo. In questi lavori, in qualche modo, si può leggere la possibilità di interpretare la realtà quotidiana in modo inaspettato, qualcosa che non ti aspetti e ti fa leggere il mondo in modo nuovo. Raccolte nell’arco degli ultimi 20 anni, le opere rispecchiano diverse esperienze artistiche contemporanee elaborate da artisti o gruppi di artisti di diversa provenienza (Austria, Brasile, Giappone, Italia, Russia, USA) offrendo esempi di interpretazione e rappresentazione di fenomeni e dinamiche che governano la nostra epoca. Ribellione, lotta sociale, riflessioni sulla complessità del mondo contemporaneo, in (In)visible, serie fotografica di Olga Kisseleva. Turbolenze interiori ed esteriori nel nudo di Elena Barriolo che, disegnato su una tenda, allude a una certa quotidianità, svelando allo stesso tempo l’esistenza di un’evitabile trappola esibizionistica e voyeristica. I ritratti di Nobuyoshi Araki, realizzati dopo un viaggio in Italia, sono fotografie prive di retorica,
censure, e riflettono sui simboli della bellezza e della sensualità. “Corpo” che ritorna con Erwin Wurm, utilizzato come elemento base della scultura per dare vita ad azioni di sapore grottesco trasformate in scatti fotografici del momento esatto in cui avvengono (One Minute Sculptures). Flatz si autorappresenta secondo l’iconografia del reduce di guerra. Il manifesto strappato e rielaborato di Lucia Marcucci è un’opera di poesia visiva, in cui l’artista manipola il linguaggio dell’informazione testuale e inserisce contenuti politici, sociali, per denunciare situazioni critiche della società contemporanea. Traumacube di Vik Muniz, è una scultura in acciaio che porta con se i segni della sua distruzione e in cui la trasformazione subita dal cubo è fissata nell’evidenza fisica,nella registrazione sonora dei colpi inferti, e nella presenza inquietante della spranga usata per colpirlo. Si prosegue con la neo-avanguardia di Anatoly Osmolovsky, con Dmitri Gutov che ha realizzato la prima versione video dell’azione compiuta a Mosca dai giovani artisti di “Radek Community”, con il film di Martha Colburn che esplora l’idea attuale di bellezza e l’ossessione per lo spettacolo con un collage di azioni dal vivo e libere associazioni. Botto & Bruno, invece, riprendono una battaglia a colpi di scatole di cartone improvvisata da bambini di strada, mentre, Marcos Chaves la riprende nelle fotografie della serie Burracos (Buchi) (assemblaggi spontanei costruiti per indicare la presenza di grosse falle nelle strade, ironizzando sull’assenza di manutenzione stradale). Infine Valie Export utilizza una popolare marca di sigarette del suo paese, Smart Export, per imporre la propria auto-rappresentazione.
Un’arte mutuata dai fenomeni fisici dei moti disordinati, irregolari e caotici, fuori dalle regole, dunque, che restituisce alla percezione dello spettatore l’essenza del mondo contemporaneo e delle sue continue trasformazioni. “Turbolenze” del mondo, del suo riflesso percettivo dell’immaginario potente e frantumato della contemporaneità, della diversità e della sua irriducibilità.
Un’arte mutuata dai fenomeni fisici dei moti disordinati, irregolari e caotici, fuori dalle regole, dunque, che restituisce alla percezione dello spettatore l’essenza del mondo contemporaneo e delle sue continue trasformazioni. “Turbolenze” del mondo, del suo riflesso percettivo dell’immaginario potente e frantumato della contemporaneità, della diversità e della sua irriducibilità.
tiziana leopizzi
mostra visitata l’8 marzo 2012
mostra visitata l’8 marzo 2012
dal 9 marzo al 14 aprile 2012
Turbolenze. Proposte dalla collezione Del Museo
a cura di Stefano Pezzato
Museo Pecci
Ripa di Porta Ticinese 113, Milano
Orari: da martedì a sabato, ore 15.00 – 19.00
Ingresso libero
Info: www.centropecci.it
[exibart]