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fino al 14.V.2010 | Wonderland | Milano, Assab One

di - 27 Aprile 2010
New Young British Artists? Forse. James Putnam li ha presentati come
i nuovi eredi della Yba degli anni ‘90: molte sono le contaminazioni, ma in Wonderland si respira una boccata d’aria
fresca, lontano dai toni spocchiosi e dall’imprenditorialismo serrato della
generazione precedente.
Sin dal titolo si allude a un Paese delle
Meraviglie, “un regno magico che genera un universo di fertili possibilità
per l’immaginazione
”,
e le aspettative sembrano confermate da una mostra che si dimostra coerente pur
presentando il lavoro di 14 artisti diversi per poetica, formazione, fortuna
critica.
Sono molti i legami con la tradizione figurativa,
così come restano di riferimento elementi tipici di molta arte inglese degli
anni ‘90, come la presa diretta della realtà o del proprio passato e il forte
interesse verso l’utilizzo di svariati media. Il tono è però radicalmente
cambiato e l’Inghilterra di Gordon Brown è confusa e instabile, oltre che molto
lontana dall’era del tatcherismo. Il bianconiglio frettoloso che aveva
catapultato gli Yba in guadagni da capogiro e vita dissoluta sembra essersi
arrestato. A regnare in Wonderland è un tempo sospeso, ironico, malinconico, grottesco,
cupo, infuso di un’immancabile britishness.

Alastair Mackie
esplora il linguaggio scultoreo e
i diversi cicli di vita e morte della natura e del genere umano: House è una sinistra casa di bambole,
interamente ricavata pressando alveari di vespe e calabroni, mentre Untitled è una sfera di teschi di topi che
i gufi generalmente rigurgitano sottoforma di borre. Accanto, Polly Morgan assembla un Bouquet di uccellini imbalsamati, mentre
la franco-inglese Alice Anderson dà forma alle memorie della sua difficile infanzia con i
video The night I became a doll e Time Lag.
La memoria torna sulle cartoline di Dear Hope di Oliver Clegg, artista della scuderia Saatchi,
ospite della Gervasuti Foundation insieme a Bridget Hugo nell’ultima Biennale di Venezia e
molto apprezzato dalla critica, come anche Henry Hudson che, accanto ai suoi consueti
quadri con la plastilina ispirati a Hogart, presenta una testa di resina nella quale si
scorgono lunghe ciocche di capelli scovate nella metropolitana di Londra.

Interessanti anche i modellini fustellati di Sam
Buxton
, gli
origami di Tom Gallant, che lasciano intravedere riviste porno, il Rembrandt candeggiato di Boo Saville e l’ironica serie del Professore alter-ego di Stephane Graff, in asta lo scorso mese da
Phillips de Pury.
In tutte le opere esposte emerge una grande
capacità tecnica e un comune interesse per la dicotomia: realtà-finzione,
distorsione-creazione, vita-morte, quel doppio regime caro agli antichi per cui
l’immagine di una cosa implica necessariamente anche il suo contrario. Da non
mancare.

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La videorecensione della mostra

valentina rapino
mostra visitata l’8
aprile 2010


dal
26 marzo al 14 maggio 2010

Wonderland.
Arte nuova da Londra
a cura di James
Putnam
Assab One – Ex Gea
Via Assab, 1 (zona Cimiano) – 20132 Milano
Orario: da martedì a venerdì ore 15-19 e su appuntamento
Ingresso libero
Info: tel. +39 022828546; fax +39 0226111752;
info@assab-one.org; www.assab-one.org


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