Nel raccolto spazio di MARS – Milan Artist Run Space – un’intima quanto preziosa mostra riflette sulla trasformazione estetica e funzionale di forme e oggetti, in un saggio in bilico tra arte e design attraverso una selezione di lavori recenti di Alberto Mugnaini, “Colori minori”, a cura di Fabio Carnaghi e con la collaborazione con Yari Miele, emana un’atmosfera da giardino segreto in cui, raccolti in isole per affinità cromatica, fioriscono dodici vasi dalla forte presenza scultorea con strutture geometrizzanti oppure fluide e organiche visivamente coese dalle lavorazione delle superfici: gli oggetti di partenza vengono modificati in modo radicale e divengono parte di un nuovo oggetto dall’identità autonoma. I lavori nascono dall’assemblaggio di sezioni di vasetti, flaconi, bottiglie e vari elementi in plastica, tagliati, uniti e poi ricoperti con garze, resine e cemento e infine dipinti e lavorati fino a ottenere effetti visivi vicini a quelli della ceramica. Di fronte a questi vasi-scultura va subito accantonata l’associazione con l’inflazionata idea (in arte) di dare nuova vita a scarti e oggetti in disuso. Si tratta, invece, di una ricerca estetica, che individua porzioni di realtà e se ne serve come tasselli di un’incessante trasformazione, cancellandone l’origine e inglobandoli in un processo che si dipana parallelo al fluire del tempo e ai cambiamenti connaturati ad esso.
In mostra, ancorata alla parete in modo da scardinare i piani spaziali rispetto al pavimento su cui poggiano i vasi, anche una delle sedie di Mugnaini appartenente ad un gruppo di lavori esposti alla Triennale di Milano nel 2014. In questo lavoro, attraverso l’impiego di scalpello e carta vetrata, comuni sedie in legno vengono assottigliate finché viene raggiunto il limite oltre cui perderebbero la loro funzione d’uso, in un processo di confronto fisico con forma e materia che elimina tutto ciò che non è essenziale.
Nella realizzazione delle opere di Colori minori è preponderante il tratto di artigianalità che l’autore impiega nel creare, in un mantra fatto di scalpelli, carta vetrata, resine, pittura che non mira a “redimere” gli oggetti di partenza da un’esistenza banale e utilitaristica per elevarli ad opere d’arte, ma mediante un atto quasi affettivo gli oggetti esistenti vengono considerati e amati nella loro immanente fragilità. Mugnaini modifica il corso del loro declino e determina una deviazione nel naturale esaurirsi della loro funzione: conferisce un nuovo ruolo, una “seconda possibilità” prosaica, silenziosa e – razionalmente – non definitiva. L’effetto è di grande intensità: elementi d’uso al confine con la scultura affacciati sul mutamento, sull’imprevisto, sull’affinità elettiva di forme e processi che trova la propria forza in quell’accogliere il divenire e farne parte in modo fluido.
Se la mostra può trovare una spontanea collocazione nel dibattito tra arte e design, va senza dubbio considerata anche quale esempio della varietà di approcci che contraddistingue un numero crescente di protagonisti del mondo dell’arte contemporanea. Alberto Mugnaini rappresenta una figura che spazia tra i diversi ruoli di storico dell’arte, critico, artista, disegnatore, designer e curatore, testimone di quel mixarsi dei competenze, abilità e impegno a cui sempre più spesso si assiste, in una dinamicità e un nutrirsi a vicenda di esperienze e punti di vista che convivono e si esprimono attraverso un’unica persona, in un moltiplicarsi di scenari e sfide. Scrisse Walter Benjamin in Infanzia berlinese: “Non sapersi orientare in una città non vuol dir molto. Ma smarrirsi in essa come ci si smarrisce in una foresta, è una cosa tutta da imparare”.
Silvia Conta
mostra visitata il 26 aprile
Dal 26 aprile al 14 maggio 2017
Alberto Mugnaini
Colori Minori
MARS – Milan Artist Run Space
Via Guido Guinizelli, 6, Milano
Info: www.marsmilano.com