Florencia Martinez, giovane artista argentina di nascita ma italiana d’adozione, presenta la sua ultima produzione, una galleria personaggi del nostro recente passato, inconsapevoli protagonisti di una critica ironica di costume dal gusto vagamente pop.
L’artista utilizza vecchie fotografie in bianco e nero degli anni Cinquanta stampate a getto d’inchiostro su tessuti recuperati (tappezzerie, scampoli, strofinacci da cucina, tovaglie) successivamente rielaborati con interventi pittorici discreti, che evidenziano, attraverso l’aggiunta del colore, alcuni particolari della trama e della fantasia, mutando e variando la regolarità delle tele preconfezionate. Occasionalmente Martinez inserisce anche dei ricami, che impreziosiscono questi vecchi scampoli fuori moda.
Su questi scenari improbabili si stagliano i personaggi: una sfilata di borghesi piccoli piccoli, gente comune, antieroi del quotidiano, fotogrammi in bianco e nero di una vecchia pellicola neorealista un po’ rovinata dal tempo o effigi di un vecchio album di figurine incompleto che è stato dimenticato da anni in soffitta.
I protagonisti sono sempre gli stessi, cambiano invece gli sfondi, i colori, le dimensioni e gli accostamenti: associazioni imprevedibili ricreano un universo quotidiano e banale visto attraverso il filtro dell’ironia che, come uno specchio deformante, altera le figure con un effetto straniante che conferisce loro una dimensione tragicomica e patetica. Operando per iterazione e alterazione l’artista pone l’accento in termini formali il suo distacco emozionale verso il suo (e il nostro) recente passato. La dimensione della memoria non è per nulla rassicurante e felice, nonostante la piacevolezza delle immagini: le fotografie e le vecchie stoffe sembrano ricordi di famiglia conservati in soffitta e riscoperti per caso o i cimeli inutili di un collezionismo dilettantesco da mercatino domenicale verso il quale l’artista non dimostra alcuna partecipazione emotiva o complicità affettuosa e nemmeno malinconia nostalgica ma, al contrario, un atteggiamento ironico e distaccato. Martinez elimina il sentimento stereotipato e nostalgico verso il passato così come ogni indulgenza verso i suoi antieroi, che diventano simboli tragicomici dell’insensatezza dei miti e dei riti di una società fatta di convenzioni imposte, regole insensate, piccole ipocrisie e di tediose abitudini.
Il recupero del passato rivela il lato oscuro e inquietante della cosiddetta normalità.
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Rossella Moratto
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ottimo e interessante articolo, complimenti, belle le foto
ciao
Mi ha sorpreso !
Bell'articolo
bella l'idea di chiedere commenti
Grazie anche a nome dell'artista che non è presente, lo stamperò e la inviterò a leggerlo
Complimenti, per l'ampiezza e per come ha saputo cogliere le caratteristiche del lavoro
Maria Cilena
Articolo profondo che guida alla conoscenza della giovane artista e lascia immaginare una personalità coinvolgente e sconvolgente.
Apprezzamenti vivissimi.
Giorgio De Cesario
Splendide le foto, immagino splendidi i formati. Simpatico l'intervento della gallerista qui tra i commenti !