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fino al 15.II.2011 | David Hockney | Milano, Studio Marconi ‘65

di - 28 Gennaio 2011
“Sono
sicuro che le mie fonti di ispirazione derivino da temi classici e epici.
Paesaggi di terre straniere, persone affascinanti, l’amore, la propaganda e
episodi significativi (della mia vita). Tutto ciò mi sembra essere
ragionevolmente tradizionale
”. Così dichiara David
Hockney
(Bradford, 1937; vive a Los Angeles), al quale è dedicata la
seconda mostra del nuovo spazio di Giorgio Marconi. Si tratta di un’esposizione
di undici lavori tra incisioni, litografie e disegni, realizzati tra il 1961 e
il 1969, gli anni dello sviluppo e dell’affermazione dell’opera dell’artista.

L’insieme di questi lavori riflette, perlomeno in
parte, la varietà di temi e ispirazioni che pervade l’attività di Hockney: la
prorompente energia del desiderio, l’amore omosessuale, l’attenzione per il
paesaggio e per la natura, il rinvio a episodi della vita privata, l’attingere
al mondo della letteratura.

Il tutto pervaso da un giocoso e leggero clima
fantastico che strizza l’occhio alla cultura pop, ma senza quella piena
adesione che sarà tipica di molti suoi colleghi americani.

The Fire of
Furious Desire
celebra l’irrompere del desiderio amoroso nell’individuo, presenta
l’influsso del disegno infantile unito a una indiscutibile vena ironica, ed è
datato 1961,l’anno in cui Hockney emerge nel panorama artistico britannico
partecipando alla mostra Young
Contemporaries
.

Il 1964 è l’anno del primo viaggio in California:
il clima informale, aperto e tollerante della West Coast ha una grandissima
influenza su Hockney e sarà alla base di molti suoi capolavori. A quest’anno
appartengono sia Man che Cleanliness is next to Godliness, dove
l’ironia e la malizia omoerotica sono pervase da un’atmosfera di serena
libertà. Datati 1966 sono due disegni veri e propri, una china su carta e un
paesaggio, realizzato con matita e pastelli colorati.

Incisioni e litografie sono un formidabile banco di
prova grazie al quale Hockney sperimenta e mette a punto il lessico del suo
vocabolario pittorico e le sue convinzioni tematiche e formali. Ciò è particolarmente
evidente in due gruppi di opere. Il primo concerne tre incisioni del 1966-67,
dal carattere asciutto ed essenziale, realizzate per alcune poesie del poeta
greco Kavafis, con il quale l’artista sente di avere una profonda affinità. La
volontà è quella di porre al centro la figura umana e rendere protagonista la
linea semplificando le forme, riducendole all’essenziale, e guardando all’opera
di Picasso.

Il secondo gruppo riguarda tre litografie del
1968-69, in cui l’artista si concentra sugli elementi naturali: campiture di
colori piatti e uniformi, che suggeriscono una convinta adesione ai valori di
superficie, convivono con una resa tridimensionale fondata su passaggi tonali
di colori pastello e sull’uso del chiaroscuro.


Ognuno di questi lavori è una viva e coinvolgente
testimonianza della qualità della ricerca di Hockney, nel quale è assai raro
imbattersi in Italia. Ulteriore motivo per cui la mostra merita di essere
visitata.

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a Rivoli

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dall’undici
gennaio al 15 febbraio 2011

David
Hockney – Incisioni e litografie 1961-1969

Studio
Marconi ’65

Via Tadino,
17 (zona Porta Venezia) – 20124 Milano

Orario: da
martedì a sabato ore 11-13.30 e 14.30-19

Ingresso
libero

Info:
tel./fax +39 02.29511297; info@studiomarconi.com; www.studiomarconi.com

[exibart]

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