Se da De Carlo si trova un ritorno al materiale tradizionale, al dialogo con la storia dell’arte, significa che è necessario puntare su un’idea più classica dell’arte, quindi sulla durata e sulla stabilità.
Vi accoglie nella sala al piano terra della galleria la totemica scultura di Huma Bhabha (1962, Pakistan) Ghost of Human Kindness (2011), dall’energia tribale composta di cassette non di materiali da discarica, bensì di bronzo che avrebbe ispirato Picasso e in cui arcaismi si fondono in una forma emblematica della precarietà esistenziale. Vicino, trovate Robot Girl (2012), di George Condo (1957, Stati Uniti), un volto distorto, la cui superficie riflette gli spettatori, un’umanità tragicomica e lo spazio in cui si trova. Fate attenzione alla piccola opera in cornice appesa al muro che riporta la parola Fifty (2013): è il giorno di compleanno di Massimo Bertolini (1962, Italia), che ha scelto di rifugiarsi in se stesso, nel suo fare, celebrando l’artista e il materiale. Al piano superiore, vi da il benvenuto A Corrupted Allory (2013), un busto ieratico di un vecchio saggio, ispirato all’iconografia classica, con barba e lunghi capelli reinterpretato da Steven Claydon (1969, Gran Bretagna).
Tradizione e contemporaneità è il fil rouge della mostra che si coglie anche nella scultura Ibo (2008) di Bertrand Lavier (1949, Francia), in bronzo nichelato che riveste di luce una statuetta votiva (?) d’ispirazione primitiva. Inquieta TBT (2013) un corpo ibrido di un guerriero fuori dal tempo, scultura di materia bronzea sottile e vibrante come se fosse un disegno su carta in procinto di prendere vita di Matthew Monahan (1972, Stati Uniti). Attrae lo sguardo Untitled (2008), un possente ritratto di Thomas Houseago (1972, Gran Bretagna), noto per sculture acefale, volutamente incompiute, originale nella combinazione del bronzo con una struttura in legno. In fondo alla sala, c’è Deposito (2013), la seconda opera di Massimo Bartolini: una catasta regolare di ciocchi di legno fusi in bronzo. Il messaggio è chiaro: il fuoco brucia il legno per produrre il calore necessario per fondere il bronzo e in questo caso la materia diventa l’opera. Sarebbe stato bello trovare in questa mostra anche le possenti Frauen, figure femminili in bronzo simili a dee della fertilità di Thomas Schütte (1954, Germania) come celebrazione dell’Arte.
Jacqueline Ceresoli
mostra visitata il 30 gennaio 2013
dal 30 gennaio al 15 marzo 2013
Massimo Bartolini, Huma Bhabha, Steven Claydon, George Condo, Thomas Houseago, Bertrand Lavier, Matthew Monahan. The Bronze Age.
Galleria Massimo de Carlo
Via Giovanni Ventura 5 – (20134) Milano
Orari: da martedì a sabato 11:30-19:30
Info: 02 70003987, info@massimodecarlo.it, www.massimodecarlo.it
Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…