Silvia Gertsch (Berna,
1963; vive a Cenate Sotto, Bergamo) dipinge su supporti di vetro, utilizzando la
superficie di lastre di medie e grandi dimensioni. I colori a olio ricoprono
interamente la materia silicica, senza lasciare, al di sotto delle pennellate,
né increspature né trasparenze di troppo. Il risultato è un tappeto compatto e
definito di volti, prati, sfumature, corpi e sorrisi. Elementi fotografici che
tramandano in maniera intatta tutti i dettagli dovuti (ai ruoli delle
situazioni).
All’interno di questo tipo di scenario,
ogni particolare risulta utile a pregiudicare con precisione cinematica
qualsiasi origine formale di appartenenza. I soggetti di Gertsch sono paesaggi
figurativi senza trascinamenti visionari né accenni espressionistici. Ogni
situazione immortalata sembra raccontare quel che c’è. Ma la visione, nel suo
caso, emerge anche sotto forma di reazione. La realtà del dato oggettivo,
infatti, non è mai sola, ma viene sempre posta distrattamente accanto a
qualcosa; a un qualcos’altro che, sebbene poco distante, non è possibile
scorgere.
Nella luce forte del primo pomeriggio,
persone senza posa attraversano luoghi estivi, atteggiandosi a comparse ignare.
Raramente qualcuno dirige lo sguardo verso chi si trova di fronte al lavoro.
Nei controluce accecanti di immensi specchi acquei, tutto è già trascorso senza
mistero. L’oggettività delle linee e la sottile semplicità dei dipinti si
riversa completamente nella pastosità dei verdi e dei toni color carne, aree
cromatiche costantemente interessate da luminescenze.
In questi dipinti ogni campitura è un
colore che non cerca mai indipendenza, adattandosi con freddezza, a modellare
(e a ricordare) l’assenza del protagonista-uomo.
Ma i veri protagonisti di questa doppia
personale restano gli spostamenti della luce. Fascio energetico tra i bianchi e
i neri che, uscendo dai dipinti di Gertsch, viene riflesso dalle tele astratte
di Xerxes Ach (Esslingen,
1957; vive a Cenate Sotto, Bergamo). I quadri di questo secondo artista
sono dipinti a tempera su tela e sono il risultato di strati sovrapposti di
colori monocromi.
All’interno dei suoi lavori, quadrati
concentrici, dai prevalenti colori caldi, intramezzano la finta semplicità
delle scenografie di Silvia Gertsch. La galleria diventa dunque un luogo di
passaggio tra realtà e astrazione, tra determinazione è immanenza. I due
pittori, divergendo da qualsiasi obbligo di sintonia, ritraggono due diverse
rappresentazioni del voler vedere. Quel che accomuna entrambi i modelli di messa
in scena pittorica è l’insistenza sulla sospensione del tempo.
Se Gertsch, infatti, determina le scene
rappresentate come se fossero un timbro del reale (che in una vicina dimensione
tenderà a sbiadire), Ach invece fissa il tempo nel centro, certosino e
concentrico, della propria ricerca cromatica. Alla fine del percorso restano
dunque interessanti tutte le informazioni pittoriche; sebbene premeditazione e
unità lascino meglio riflettere sulla distanza che c’è tra quel che l’occhio
guarda e il punto in cui può spingersi a vedere di più.
ginevra bria
mostra visitata l’8 aprile 2010
dall’otto aprile al 15 maggio 2010
Xerxes
Ach / Silvia Gertsch
Galleria Monica De Cardenas
Via Viganò, 4 (zona Stazione Garibaldi) – 20134 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 15-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0229010068; fax +39 0229005784; monica@decardenas.com; www.artnet.com/decardenas
[exibart]
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