Sono due Milano diverse quelle che vengono ritratte da Cesare Colombo e da Giovanni Hänninen, e che, inevitabilmente parlano linguaggi differenti. Due generazioni a confronto descrivono una società i cui costumi e i suoi abitanti sono radicalmente mutati in poco più di metà secolo.
Le fotografie di Colombo immortalano sguardi, gesti, rituali che fanno parte di una quotidianità urbana viva e fervente: gli scatti rubati alle lavandaie in Darsena e le immagini delle domenica in Galleria, come anche gli scorci dei Navigli e le vie del centro mettono in scena una città attraversata e rigenerata dal boom economico degli anni Cinquanta. E poi il racconto delle manifestazioni studentesche del ’68, così come le immagini dei giovani in piazza, di fronte alla sede del Politecnico di Milano, descrivono quei sentimenti di speranza politica e volontà di reagire prima delle successive tensioni nazionali. Ciò che è comune alle fotografie di Colombo sono le persone, le loro attività: fulcro della sua ricerca fotografica.
Seppur diversa, è sempre Milano quella stessa città che Giovanni Hänninen descrive nella sua Città inattesa. Caratterizzate da un linguaggio fortemente architettonico e geometrico, le fotografie di Hänninen sono una ricerca sui luoghi abbandonati di Milano, sugli spazi in disuso che richiamano una memoria passata. Dalla famosa Torre Galfa, nel cuore del vecchio centro direzionale milanese, al Teatro Lirico “Giorgio Gaber” in pieno centro, dagli scali ferroviari di San Cristoforo, alla vecchia Manifattura Tabacchi, Milano appare come una città fantasma in cui, a differenza di quella brulicante di Colombo, non si vede anima viva. Scenari statici ed immobili che, seppur desolati, rinchiudono in sé una qualche bellezza legata forse alla loro monumentale paralisi in contrasto alla nuova Milano in costruzione e, forse, anche resi magici dalla natura urbana che, lenta ma inesorabile, non smette di rioccupare il vuoto umano. E con la stessa forza e delicatezza con cui vengono ritratti questi edifici è tanto violento il messaggio che viene ad esse sotteso; panorami che non sono solo la testimonianza di una città sotterranea che passa spesso inosservata, ma che hanno la volontà di scuotere una coscienza civica e cittadina comune. Sono scenari che aspettano che la vita, finalmente umana, immortalata da Colombo, li invada ancora una volta.
Caterina Failla
mostra visitata il 18 Maggio
dal 9 maggio al 15 giugno 2013
Una città per due
Bel Vedere Fotografia
Via Santa Maria Valle, 5, 20123 Milano
Orari: da martedì a sabato 15-19
Info: 02 6590879 info@belvederefoto.it