“Toglietevi le scarpe voi che entrate” sembra essere il richiamo per esperire al meglio dell’installazione di Domenico Antonio Mancini dal titolo Immersioni che invade tutto lo spazio della Davide Gallo. Presentandosi quasi come un environment, l’opera è concepita per essere calpestata, sì, ma non con le scarpe. Bisogna camminare scalzi per sentire sotto i piedi il lavoro della sgorbia, un particolare scalpello usato per intagliare il legno, che l’artista ha usato per creare l’increspatura del mare che contrasta con il piano liscio e levigato dei lembi di terra. Una modalità tattile che lo accomuna alle pratiche artistiche contemporanee in cui l’esperienza sensoriale è imprescindibile dalla fruizione dell’opera d’arte.
La mappa del pavimento Senza titolo evoca le aree del Mar Mediterraneo nei cui abissi sarebbero state affondate navi cariche di rifiuti tossici e radioattivi. Il collage Protocol 05 ci offre in questo senso un ulteriore strumento di analisi. Dei numeri si stagliano contro lo sfondo scuro in cui emerge il testo della Convenzione di Londra che proibisce lo sversamento di rifiuti in mare: sono i numeri identificativi delle navi, probabilmente cariche di veleni, di cui si è persa ogni traccia e di cui i proprietari hanno chiesto l’indennizzo alle assicurazioni. Proprio da queste richieste iniziarono le inchieste ormai chiuse e passate inosservate alla storia.
Il linguaggio dell’artista recupera l’antica tecnica tradizionale dell’artigiano che plasma la materia, ma ne associa il carattere concettuale. Come Pino Pascali in 32 mq di mare, così Domenico Antonio Mancini sfrutta l’ambiente per mettere in relazione il naturale, il mare, all’artificiale. Crea dei parossismi in cui all’inconciliabile produzione di morte che le sostante tossiche semineranno dall’inesplorabile profondità degli abissi viene contrapposta l’immagine di una superficie dal fascino irresistibile: sono le coste che dall’Italia alla Grecia sono intagliate nella mappa.
Un lavoro di sintesi e di sottrazione che non vuole essere denuncia politica, ma imporsi come documento capace di sopravvivere alla storia di un racconto che non troverà mai capri espiatori. L’intento non è quello di informare, ma produrre un’esperienza nello spettatore. Questo lo scopo del lavoro di Domenico Antonio Mancini. Le sue opere si caricano di poeticità proprio perché lontano da qualsiasi forma di attivismo. Non rivendicano una partecipazione dell’individuo nella società, quanto piuttosto una “coscienza del reale”. Eppure forti sono i riferimenti alle problematiche eco-politiche del Mediterraneo; ma non vi aspettate di trovare una mappa con i presunti affondamenti. Ad emergere dalle acque del Mare Nostrum saranno solo le vostre sensazioni, le vostre considerazioni e perché no, il vostro sdegno di fronte a tanta bellezza contaminata.
Sara Marvelli
mostra visitata il 27 maggio 2015
Dal 27 maggio al 15 luglio 2015
Domenico Antonio Mancini, Immersioni
Davide Gallo
via Carlo Farini 6, 2° cortile, Milano
Orari: dal martedì al sabato, h 15.30-19.00
info: info@davidegallo.net, www.davidegallo.net