Categorie: milano

fino al 15.XI.2003 | Jota Castro – Motherfuckers never die | Brescia, Galleria Massimo Minini

di - 9 Ottobre 2003

Chi era Louis-Ferdinand Céline? Certo un grande scrittore; politicamente parlando, senza dubbio un motherfucker, esattamente come Stalin, Hitler, Pinochet… Bush, Saddam Gentilini e Berlusconi. Colui che disse Mussolini? Non ha mai ammazzato nessuno… ha già pagato per i propri peccati, impiccato per i piedi (ovviamente in doppiopetto) su una bandiera dell’Europa opportunamente chiodata.
Jota Castro, artista e attivista di origini peruviane (ma residente a Bruxelles) accoglie così il visitatore della sua mostra: con un elenco di nomi su un pannello rosso retroilluminato ed un fantoccio appeso a testa in giù. La mostra è dedicata all’Europa nel semestre di presidenza italiana, senza peraltro trascurare altre questioni all’ordine del giorno, come la guerra in Afghanistan e il conflitto israeliano-palestinese. Gli argomenti, di scottante attualità, non si traducono però in opere istantanee, e quindi destinate ad una senescenza precoce.
Castro si rivela dotato di un linguaggio solido e sicuro, erede delle sperimentazioni concettuali e poveriste degli anni Sessanta e Settanta, che riutilizza con straordinaria forza espressiva. Un efficace esempio sono le due piccole opere 1 M.O.I.P e 1 M.O.I.P.E.U: una barra di alluminio della lunghezza di un metro sostiene delle piccole carte plastificate che raccontano i problemi italiani ed ‘il problema’ italiano all’unione europea, chiudendosi icasticamente con una bandiera (rispettivamente, dell’Italia e dell’Europa) barrata di nero.
Se Pistoletto è esplicitamente omaggiato in Incatenati al futuro (2003), una teoria di catene ai piedi delle quali si intuiscono i frammenti di un puzzle degli stati comunitari, più sommesso è l’omaggio ad Alighiero Boetti, nell’utilizzo reiterato di bandiere, nel ricamo di Benvenuti Extracomunitari (2003) e nell’amara ironia di Now Everyone Knows Kabul (2003): l’Afghanistan, più volte protagonista dell’opera di Boetti, ora lo conoscono tutti, grazie a una guerra ‘intelligente’ e ad un altrettanto letale bombardamento mediatico.
Ma Castro è un attivista, e i problemi non si limita a denunciarli, ma tenta di risolverli. Per il dramma israeliano-palestinese, che è quello di due bandiere incatenate assieme, la soluzione è il dialogo, simboleggiato dalle chiavi donate all’artista da amici di entrambe le nazioni (Kiss/Key, 2003); se la città diventa invivibile, ecco la Guida di sopravvivenza per dimostranti, distribuita nelle Zone d’Urgenza della Biennale di Venezia e qui riproposta; mentre l’estraneità dell’extracomunitario viene superata entrando a far parte, attraverso il sistema dell’arte, della cultura del nostro paese: “V’invito a scoprire i luoghi nei quali troverete l’arte del vostro avvenire. Prendetene possesso”.

articoli correlati
Hardcore – Towards a new activism
Cinque mesi di Biennale

domenico quaranta
mostra visitata il 27 settembre 2003


Jota Castro – Motherfuckers never die
Galleria Massimo Minini
Via Apollonio 68
galleriaminini@numerica.it
www.galleriaminini.it
030383034
dalle 15.30 alle 19.30 dal mart al sab


[exibart]

Visualizza commenti

  • Riuscire a mettere assieme tanti luoghi comuni sull'Italia e "citare" così tristemente i poveristi non è certo facile.
    Se a farlo è poi un artista-attivista peruviano che vive a Bruxelles...

    "Castro si rivela dotato di un linguaggio solido e sicuro, erede delle sperimentazioni concettuali e poveriste degli anni Sessanta e Settanta, che riutilizza con straordinaria forza espressiva."

    ?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!

    "Ma Castro è un attivista, e i problemi non si limita a denunciarli, ma tenta di risolverli..."

    Che soluzione geniale...

  • caro amico, per evitar di rovinarti la cena ti evito la sconfinata lista delle stroncature uscite su questo giornale.

  • inutile cercare un commento obbiettivo in questa sede...sembra che i recensori di exibart non sappiano mai stroncare...

Articoli recenti

  • Mostre

“La Caduta degli angeli ribelli. Francesco Bertos” in mostra a Vicenza

Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…

23 Dicembre 2024 0:02
  • Architettura

«L’umano al centro dell’architettura». La prossima edizione della Biennale di Seoul raccontata dal suo direttore

La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…

22 Dicembre 2024 19:15
  • Libri ed editoria

Quel che piace a me. Francesca Alinovi raccontata da Giulia Cavaliere in un nuovo libro

Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…

22 Dicembre 2024 17:00
  • Cinema

Napoli-New York: il sogno americano secondo Gabriele Salvatores

Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…

22 Dicembre 2024 9:00
  • Arte contemporanea

Sguardi privati su una collezione di bellezza: intervista a Francesco Galvagno

Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…

22 Dicembre 2024 8:20
  • Mostre

Dicembre veneziano: quattro mostre per immergersi nel dialogo culturale della laguna

La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…

22 Dicembre 2024 0:02