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Il tempo e la forma, inspiegabilmente possono accomunare nella più semplice uniformità due grandi artisti che con la produzione di un lavoro differente, raggiungono forme precise creando un linguaggio stabile in un dialogo comune.
Barbara De Ponti (Milano, 1975) e Jens Risch (Rudolstadt, Germania, 1973) si confrontano in una doppia personale nei meravigliosi spazi di Viasaterna a Milano.
Uniti dalla ricerca degli stessi ideali finali, sono legati dalla forma, identificata come il principio base da cui nasce la materia e riconosciuta come struttura mentale; l’essenzialità, la perfezione e i dettagli si riconducono mediante il gesto nella forma stessa, protagonista accanto al tempo di questo interessante percorso espositivo.
“Clay time Code” è il progetto ideato e prodotto da Barbara De Ponti e in mostra per la prima volta nella galleria milanese: una serie di opere ideate nella zona di Faenza avvalendosi di un materiale alquanto antico, l’argilla azzurra del Mare Pleistocenico. Quello di Barbara De Ponti è un lavoro scrupoloso, metodologico, che parte dalle ricerche d’archivio, utilizzando l’argilla, materiale mai impiegato prima dall’artista. Attraverso studi di geologia e micropaleontologia, l’artista è riuscita a trasmettere il lungo passare del tempo all’interno dei suoi lavori, con l’individuazione di fossili riportandoli in sculture di grandi dimensioni. L’argilla, protagonista nel tempo, si ripresenta all’occhio dell’osservatore come testimone di un archivio geologico.
Barbara De Ponti and Jens Risch, Forma Mentis, courtesy Viasaterna
Il tema del microscopico, dello spazio e del tempo viene traslato in questo progetto, dove solo attraverso un’immagine vengono interpretati 4 milioni di anni. I disegni su carta di Barbara De Ponti, precisi e lineari, identificano la rappresentazione della percezione di un intervallo temporale, cercando di “formalizzare un tempo concettualmente irrappresentabile” in quanto non costante e non umano.
Jens Risch, in parallelo a Barbara De Ponti, con l’opera “Silk piece VI” prosegue l’analisi del tempo mediante mille metri di fili di seta annodati il più possibile fino a creare un intrico confusionario e unico. L’artista tedesco ha impiegato quindici anni ad annodare questi fili di seta, riportando le ore e i giorni dedicati all’aggrovigliamento su un grande foglio di carta. L’intreccio del filo di seta ha portato l’artista a utilizzare il suo tempo quotidiano, attorcigliando il filo finché possibile, annotando i tempi in una documentazione temporale dell’opera, quantificando cronologicamente il suo lavoro. Percepita in lontananza come un’opera rigida, composta da una materia strutturata, si rivela come un lavoro leggero, ricco di disciplina e precisione, nella semplicità e meticolosità che la rappresentano. Un lavoro costante ma alternato, realizzato a casa e identificato da Jens Risch come parte della sua famiglia, come qualcosa a cui dedicarsi in alternanza al suo tempo quotidiano.
Nell’apparente semplicità, si sottendono una serie di concetti ambigui e inesplicabili legati allo sviluppo del tempo, interrogando lo spettatore e ponendolo di fronte a opere illusorie
Emerge indubbiamente la costante temporale, l’analisi cronologica e spaziale, seppur affrontata diversamente dai due artisti, rivelando il tempo come elemento chiave per l’interpretazione della doppia personale.
Giulia Capodiferro
mostra visitata il 24 Gennaio
Dal 24 gennaio 2018 al 16 marzo 2018
Forma Mentis
Barbara De Ponti e Jens Risch
Viasaterna
Via Leopardi 32, Milano
Orari: da lunedì a venerdì dalle 12.00 alle 19.00. Mattine e sabato su appuntamento
Info: www.viasaterna.com, info@viasaterna.com