Un percorso a tappe nella storia artistica del secolo scorso. E’ ciò che si è proposto di realizzare Alberto Fiz con la rassegna L’arte della bicicletta. Da Duchamp a Rauschenberg che il FAI e la De Agostini Rizzoli presentano, fino al 16 settembre, presso gli spazi espositivi di Villa Menafoglio Litta Panza.
Dopo la fortunata esposizione su Giovanni Segantini che è stata visitata da oltre 30mila persone in tre mesi, la Scuderia Grande ospita ora opere e installazioni di artisti del Novecento, italiani e internazionali, che si sono confrontati con il mondo delle due ruote.
Il percorso espositivo, allestito da Gae Aulenti, principia dal 1913 con Marcel Duchamp, celebre Maestro del Dadaismo. Il suo “ready made”, realizzato con un copertone con la forcella rovesciata e avvitata a uno sgabello da cucina, viene accostato in mostra alle ricerche sul mito della velocità dei futuristi Giacomo Balla, Fortunato Depero e Gerardo Dottori, di cui è esposto un bell’acquerello di Ciclista del 1916, in cui le forme dinamiche della bicicletta si fondono con quelle del paesaggio.
Il viaggio attraverso stili e tendenze diverse prosegue poi con i protagonisti della Pop Art e del Nouveau Realisme. Si va dall’Omaggio a Ladri di biciclette di Arman, in cui un accumulo di bici serve ad ironizzare sulla produzione seriale della società dei consumi, alla luminosa Bycicloid VII (1933) di Robert Rauschenberg, passando per Compressione di bicicletta di César, Pavone di Michelangelo Pistoletto, Pigmalione di Ettore Colla e alcuni lavori di Piacentino, Panamarenko e Mimmo Rotella.
Il tema della bicicletta non poteva poi escludere Mario Schifano, per cui le due ruote sono sempre state una magnifica ossessione. Qui sono proposte, a rappresentanza di tutta la sua vasta produzione, le maglie realizzate per la Tirreno-Adriatica e per il Tour de France.
Non manca poi uno spazio dedicato al design e alla grafica pubblicitaria, come dimostrano lo storico manifesto di Armando Testa per la Superga del 1947 e l’installazione di Alessandro Mendini, Bici, Alchimia e Abito.
Contemporaneamente si svolge presso la Limonaia e le Scudere della villa un’esposizione di biciclette rare d’epoca e moderne, realizzata in collaborazione con il Museo della Scienza e della Tecnica di Milano. Si spazia dai primi esemplari in legno del 1818 senza pedali né sterzo al design tecnologico della Recumbent o della Bootleg, dalla bicicletta con cui Fausto Coppi vinse il Giro d’Italia nel 1950 a quella usata da Paola Pezzo nelle Olimpiadi.
A corredo della rassegna è stato realizzato un volume comprendente un saggio critico di Alberto Fiz, un’intervista a Giuseppe Panza di Biumo, un testo di Emilio Tadini e uno di Arturo Schearz. Segue il catalogo delle opere esposte. Chiudono le biografie degli artisti e alcuni brani letterari tratti dal volume Scrittori della bicicletta, pubblicato nel 1985 a Firenze.
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