29 dicembre 2000

Fino al 18.III.2001 Dipingere la musica. Strumenti in posa nell’arte del Cinque e Seicento Cremona, Santa Maria della Pietà

 
Suoni e colori per arrivare agli occhi, all’orecchio e colpire al cuore, parlando senza parole: l’unione tra musica e pittura esiste da quando l’uomo ha scoperto l’arte, un rapporto intenso che la mostra analizza suggerendo un percorso inedito…

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La musica come espressione fondamentale della vita umana, come strumento privilegiato per comunicare allo spirito in modo puro, accompagna l’uomo fin dalle antiche origini, conservando nei secoli quell’aura di soprannaturalità, di miracolo artistico, intellettuale e spirituale, che ancora oggi avvertiamo. La pittura di tutti i tempi ha cercato di appropriarsi di questo linguaggio immateriale per potenziare i propri significati, per evocare emozioni non solo visive, ma anche in qualche modo uditive. Molti sono i mezzi linguistici comuni fra le due arti (ad esempio la tonalità del colore ed il colore del suono), ma la fondamentale differenza sta nella fugacità della percezione uditiva rispetto alla staticità delle sensazioni pittoriche. Nel dipingere la musica gli artisti hanno tentato di annullare tale divario trasformando sensazioni acusticamente fugaci in visivamente durevoli.

La mostra offre l’opportunità, attraverso l’esposizione di più di centocinquanta opere di artisti di eccezionale importanza (per citarne alcuni: Giorgione, Tiziano, Rosso Fiorentino, Dürer, Van Dyck…), di ripercorrere l’iconografia musicale saggiandone le tematiche più significative, in un godibile percorso che si articola in sei sezioni arricchite dalla presenza di preziosi strumenti musicali, che illustrano fra l’altro la notevole dimestichezza dei pittori con la musica ed ai valori simbolici ad essa attribuiti. La prima sezione, a cui fa da introduzione il dipinto di Cecco del Caravaggio, Fabbricante di strumenti musicali, tratta il rapporto diretto tra musica e pittura: dalle rappresentazioni di musicisti nell’atto di suonare, si passa alla raffigurazione allegorica della musica come arte d’ispirazione divina, rispettando nell’esposizione la scala gerarchica vigente all’epoca, secondo cui gli strumenti a corda erano di rango più elevato di quelli a fiato. La rappresentazione della musica fra le sette arti liberali segna il passaggio alla sezione successiva dedicata all’eredità degli antichi ed ai loro grandi temi: i miti di Apollo, Marsia, Pan, Orfeo. Nella terza sezione, dedicata alla musica nell’Antico e Nuovo Testamento, alla figura di Orfeo si contrappone quella biblica di Davide dal canto risanatore in grado di lenire le angosce di Saul, di Santi associati a strumenti musicali (a volte anche erroneamente come nel caso di S.Cecilia con l’organo), di cori angelici, della musica celestiale dunque come manifestazione in terra di Dio.

Nelle altre tre sezioni vengono rappresentati i temi profani rielaborati nel corso del ‘500 e ‘600 parallelamente a quelli sacri, in cui è Venezia, con Giorgione, la culla di questo revival ispirato alla poesia bucolica, all’amore platonico come forza motrice che unifica musica, pittura e poesia, cielo e terra, ma che assume presto anche valenze erotiche, sensuali (un esempio per tutti nelle opere di Tiziano). Nei paesi nordici tale aspetto assume però una valenza negativa,frutto della spiritualità moralistica locale, associandosi al peccato, alla trasgressione, ad una umanità rozza, corrotta moralmente ed intellettualmente. Ai cori angelici si contrappongono nella quinta sezione i concerti profani espressione della gioia di vivere e dello stare in compagnia, mentre la natura morta musicale conclude il percorso espositivo: strumenti rovesciati, con corde spezzate, clessidre e candele suggeriscono l’idea della fine dei festeggiamenti, del suono ammutolito, simboleggiante la caducità del tempo, della Vanitas, che inesorabilmente consuma le cose, le persone, ma fortunatamente non l’arte.

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The sigh of music

Gabriella Depaoli


Fino al 18 marzo 2001
Dipingere la musica. Strumenti in posa nell’arte del Cinque e Seicento
Cremona, Santa Maria della Pietà, piazza Giovanni XXIII
Orari: dal Martedì al Sabato ore 9-19; Domenica ore 10-19; chiuso il Lunedì.
Costo del biglietto: L.12.000 intero, L.9.000 ridotto (comitive di almeno 10 persone, militari, ragazzi al di sotto dei 14 anni, ultrasessantenni, prenotazioni via e-mail), L. 7.000 ridotto speciale (scuole, gruppi oltre 200 persone, possessori di carta FS “Amico treno”, biglietto ferroviario in arrivo a Cremona, tessera TCI, coupon Carnet)
Biglietto cumulativo Dipingere la musica e Vincenzo Campi oltre alle collezioni del Museo Civico Ala Ponzone: L.18.000 intero, L.12.000 ridotto.
Tel. 0372-461026, Fax 0372-461109
Catalogo Skira L. 55.000 (24,5×28 cm., 276 pag., 150 ill. a colori, 76 b/n).
mailto: apic@digicolor.net
sito: www.stradivarius.com/apic
La mostra dal 4 Aprile 2001 fino al 1 Luglio 2001 si trasferirà a Vienna, al Kunsthistorisches Museum, Palais Harrach.




[exibart]

3 Commenti

  1. Purtroppo l’allestimento è un po’soffocante;
    ma la mostra è ricca di capolavori che lasciano letteralmente a bocca aperta. Andate a vederla, almeno per la bellissima Madonna col Bambino di Piero di Cosimo, poco conosciuta ma di una qualità degna di Leonardo

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