Lo ricorda Luca Beatrice nel testo introduttivo alla personale milanese di
Giuseppe Veneziano (Mazzarino, 1971): il suo rapporto con l’artista siciliano non è cominciato nel migliore dei modi. Distanti il critico e l’artista: colpa dei chilometri che separano Torino da Mazzarino, del rispettivo ruolo di docente e studente, della contrapposizione fra l’intellettuale e l’artista autodidatta, soprattutto di un diverso modo d’intendere la politica e le questioni culturali che hanno irreversibilmente cambiato il mondo dopo l’11 settembre 2001.
Ma l’arte di Veneziano è ironica e, in quanto tale, intelligente, provocatoria e quindi stimolante per le prese di posizione forti che appartengono al critico. Ottima l’idea della gallerista Angela Galiandro di mettere a confronto due professionisti tanto diversi ma, allo stesso tempo, così intelligenti da creare un dialogo che colma e rende ricchezza la loro diversità .
Con le sue tele, Veneziano prende di mira proprio tutti: eroi dei fumetti, politici (uno in particolare: durante l’inaugurazione, sotto il dittico
Mio fratello è figlio unico, è apparso un mazzo di fiori e la scritta “
Grazie Presidente”. Sicuramente non frutto di un’azione performativa dell’artista…), sovrani mancati, i grandi maestri della storia dell’arte, calciatori e immagini sacre. Icone provenienti dall’immaginario pop, colorate di rosa e azzurro, diventano protagoniste di scenari paradossali, a testimonianza della follia che pervade il nostro tempo. Così la Pantera rosa sale in croce, Ilona Staller e
Jeff Koons prendono il posto della Madonna e del San Giuseppe del
Tondo Doni, il signor Burns diventa il fratello mancato del signor Berlusconi, Hitler rivela il suo segreto.
Dal Galles alla Sicilia: nel periodo in cui, sempre a Milano, è in mostra la reinterpretazione dell’
Ultima cena leonardesca di
Peter Greenaway, anche Veneziano ne dà una sua versione. Attraverso l’uso delle campiture omogenee di colori forti che descrivono figure dai contorni marcati, l’artista sostituisce due dei discussi personaggi rappresentati dal grande genio con la coppia comica più famosa della storia del cinema.
E poi ci sono i titoli, opera d’arte nell’opera d’arte, che strappano un sorriso, e di questi tempi ce n’è bisogno, oltre all’invito a una riflessione che viene da sé. Giochi di parole, citazioni, calchi che sottolineano la chiave interpretativa delle tele, qualora ve ne fosse bisogno, con lo stesso irriverente sarcasmo che ha reso famosi i membri del
Laboratorio Saccardi.
All’opera di decostruzione dei miti che condivide con i suoi conterranei, però, Veneziano aggiunge una capacità realizzativa che rende esteticamente convincente e piacevole la vista dei suoi quadri. Veneziano è un pittore e non solo un critico della società contemporanea: non bisogna dimenticarlo.
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Scusate ma chi sono questi laboratorio Saccardi? quelli che copiano i cartoni animati South Park? con banali installazioni viste e riviste? ma dovevano fare i comici. non che Veneziano sia meno bravo nel riproporre cose gia viste e infazionate.
E allora Cosimo perchè hai scritto anche tu ?
L'unica cosa veramente poco chiara è che chi scrive è l'assistente di beatrice.
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saccardi 10 veneziano 0
almeno loro non si prendono sul serio.
caro Roberto Fumagalli la prima personale dei saccardi è del 2004 per tua informazione, ma piu che veneziano a copiarli mi sembra che sia tale laurina paperina che ne copia non solo i temi ma anche i formati...
beatrice con veneziano tocca il fondo...
ma è diventato daltonico? questa roba non è buona manco per i salotti che lui ama tanto.
Sapete come copia Veneziano: con la quadrettatura!!!
Beatrice alla biennale con veneziano e la quadrettatura chihihihihihi!
laboratorio saccardi: gli individui piĂą inutili in circolazione. viva il signor veneziano.
ma questi laboratori esistono ancora?
tra tutti gli artisti paragonabili al bravo Veneziano loro sono gli ultimi della lista.
I Laboratori Saccardi sono l'esempio eclatande del potere che ha una galleria nel voler imporre la stupidità per arte. Ma quando il suo potere d'influenza nei canali dell'arte si esaurisce, scopaiono anche i Saccardi. L'arte non è una questione di potere! Il potere è temporale, l'arte non ha a che fare con il tempo, forse con l'archetipo, ma qui il discorso diventa più complicato e non è il caso.. su Veneziano non so che dire, il suo lavoro mi sembra più onesto e meno stupido, ma da qui a dire che è arte c'è ne passa!!
Il laboratorio saccardi agonizza in tristi mostriciattole e mercatini natalizzi organizzati dalla galleria antonio colombo di Milano.
Il commento precedente che si riferiva a gallerie che impongono i loro artisti suonava un po' ingenuo, la galleria colombo non è esattamente una di quelle che in Italia fa tendenza.