Pedro Reyes, artista e architetto nato a Città del Messico, dove vive e lavora , si distingue per progetti su larga scala che trattano scottanti temi sociali. In particolare da anni è impegnato in una personale crociata a favore del disarmo con opere-assemblaggi di armi, trasformati in strumenti musicali. Secondo Reyes : “ogni arma contiene un suono, come una pietra la sua scultura”. Per esempio, in Disarm (2013), il governo messicano procurò all’artista quasi settemila armi da fuoco confiscate e trasformate da lui in strumenti musicali meccanici, che suonano con un sistema automatico.
Pedro Reyes nell’ambito della mostra nella galleria milanese presenta Colloquium: 5 imponenti e ieratiche teste in pietra lavica di Karl Marx, “Che” Guevara, Vladimir Lenin, Frida Kahlo e David Alfaro Siquiros, protagonisti illustri dell’ideologia comunista del Novecento, che non avrebbero mai potuto incontrarsi nella realtà, accomunati dal credo comunista-marxista diffuso rapidamente da un’estesa rete di artisti, intellettuali e filosofi .
Reyes è interessato al paradosso, specializzato in opere surreali e iperboliche, abile nella messa in scena di situazioni surreali che sarebbero piaciute al poeta e scrittore Alfred Jarry (1813-1907), l’inventore dell’Ubu roi (1861) e della Patafisica, la pseudo-scienza delle soluzioni immaginarie in cui l’assurdo è una fede, e a Bruno Munari (di cui ha visitato la sua mostra al Museo del Novecento).
Le sculture di Reyes dalle forme nette e spigolose, issate su piedistalli al piano terra della Lisson, diventano pietre miliari del pensiero del Modernismo Occidentale.
Nel giardino degli Atellani dell’elegante galleria-salotto si snoda sinuosa “un’ architettura della comunicazione” in marmo levigato, intitolata Colloquium (Ironism, 2013), composta da diversi elementi. Questo complesso lavoro di forme organiche e fluide intersecanti, in cui ogni singolo pezzo dipende dall’innesto, o meglio dal “colloquio” con gli altri, in perfetta armonia con la rigogliosa natura del giardino fiorito dell’elegante galleria milanese è legata a Pun -People’s United Nations , mostra performance che ha coinvolto 150 persone da altrettante nazioni in una kermesse di conferenze sulla complessità del presente.
Al piano sotterraneo della galleria, tra le altre opere c’è un video tratto da una serie di film di carattere semi-pedagogico interpretati da marionette, realizzati a partire dal 2008, dal titolo Baby Marx: prendetevi tempo perché dura 30 minuti. Reyes in questi giorni espone anche a Venezia, nell’ambito della Biennale di Architettura e alla Fondazione Prada.
Jacqueline Ceresoli
mostra visitata il 28 maggio
Dal 29 maggio al 18 luglio 2014
Pedro Reyes, Colloquium
Lisson Gallery,
via Zenale 3 Milano
Orari: dal lunedì al venerdì 10-13/15-18. Sabato su appuntamento
Info: www.lissongallery.com