Nelle due ampie sale al pianoterra della galleria di Massimo De Carlo, il tedesco Thomas Grunfeld (1956), reduce da una spiazzante mostra al Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce a Genova, e l’inglese Gary Hume (1962), hanno realizzato una maxi installazione ambientale site-specific imprevedibile.
Questa mostra imperdibile, dal titolo che è tutto un programma Iron & Diamonds, è concepita come un dialogo tra diversi materiali, linguaggi espressivi, in bilico tra astrazione e figurazione, un saggio di contaminazioni tra scultura e pittura, arte e design, che punta sul corto circuito visivo di elementi contrastanti.
Di Grunfeld si riconoscono una serie di opere che fanno parte del suo repertorio, tra cui un grande feltro, il primo di così grandi dimensioni, in cui pittura e scultura si compenetrano, generando nuovi volumi e illusionistiche spazialità.
È nota anche la serie di specchi con cuscino, qui assemblati per la prima volta in stazioni in cui lo spettatore si vede e, nello stesso tempo, viene visto, perché ha l’impressione di essere spiato dall’opera. Anche lo spazio riflesso negli specchi appesi a muro modifica radicalmente la percezione della veduta d’insieme dell’installazione. Sorprendono i suoi Eye Painting, superfici riflettenti in resina di diverso formato, traslucidi, dalle quali fanno capolino inquietanti occhietti in vetro, tutti diversi per colore e formato, che scrutano lo spettatore. Anche Misfit (2014), è un assemblaggio, innesto di tre specie diverse di animali in tassidermia, combinate secondo criteri di proporzionalità e di verosimiglianza, immortalato in una posa naturale di un innaturale animale, così finto che sembra vero. È paradossale anche Untitled (Shelf), del 1990, un mobile-scultura-pittura , a metà tra oggetto e soluzione d’arredo che ibrida arte e design.
Anche Gary Hume, sull’onda delle sculture eccentriche semplicemente improbabili, tra i protagonisti del movimento degli Young British Artists, che ha esposto nella celebre mostra “Freeze”, negli ex uffici portuali a Londra nel 1988, organizzata da Damien Hirst, esplora i confini dell’assurdo con soluzioni formali portare all’estrema semplificazione, in cui il colore è l’assoluto protagonista. Le sue opere in bilico tra rigore e ironia, minimalismo e dadaismo dall’essenzialità formale giocano sull’ambiguità dei contenuti, come si vede nella serie recente degli Yellow Nude e Companion Painting, un autentico compagno che completa il dipinto stesso, spiazzano lo spettatore. Non si dimenticano le sue ruote in alluminio realizzate in diversi colori e dimensioni, chiamate Wonky Wheels, messe lì per alterare completamente la percezione dello spazio, determinando nuove prospettive inattese. Queste strutture circolari appoggiate sul pavimento, sono instabili ma inspiegabilmente solide, chissà forse potrebbero essere un omaggio alla ruota di bicicletta di Duchamp, il primo ready made della storia dell’arte, qui decontestualizzata e assurta a simbolo della ciclicità della vita, del movimento imperituro dell’universo, soggetto a brusche accelerazioni o a rallentamenti inaspettati che possono determinare cambiamenti di ritmo perpetuo quando il caos interviene e gioca con i destini umani.
Jacqueline Ceresoli
mostra visitata il 29 maggio
Dal 27 maggio al 18 luglio 2014
Thomas Grunfeld & Gary Hume, Iron & Diamonds
Massimo De Carlo, via G.Ventura 5, 20134 Milano
Orari:da martedì al sabato 11.30-19.30