In un periodo in cui la
net-community s’interroga sul fenomeno dei “googlonimi” -omonimi ritrovati tramite ricerca del proprio nome (
egosurfing) sul noto motore di ricerca- c’è chi si diverte a cercare i propri sosia con lo sguardo rivolto al passato. Capita così che
Luigi Presicce (Porto Cesareo, Lecce, 1976; vive a Milano), istigato da irrisorie (s’intenda: dette per ridere) chiacchiere di amici, si imbatta in un’antica fotografia ritraente
Rasputin e rimanga, lui per primo, sorpreso di cotanta somiglianza. Se non può essere questo il concept da cui parte l’intero progetto di una mostra, poco ci manca. Si badi bene che il nostro riduzionismo descrittivo non vuole in nessun modo sminuire la portata concettuale dell’intera operazione. E poi, a dire il vero, abituati come siamo alle mostre zeppe di trovate dell’ultimora, sarebbe quanto meno inadeguato denigrare quelle che si appoggiano realmente a un’idea.
Nel percorso, da seguire pedissequamente, l’immagine del santone russo è l’ultima tappa. La vetrina stessa della libreria-galleria viene battezzata come prima superficie utilizzabile e resa attrattore per i passanti. Sulla vetrata si legge
Khlisty Vodka Party. Anzi, leggerlo è piuttosto difficile, visto e considerato che lo slogan, nonché titolo dell’installazione, è scritto in alfabeto cirillico. I caratteri russi provocano uno spaesamento, soprattutto se ricontestualizzati in una via di Milano. L’atmosfera tende allora verso quei piccoli negozi di generi alimentari di culture straniere che, sempre di più, trovano sede nelle strade di città . E, letteralmente parlando, di genere alimentare si tratta, poiché in bella mostra su di un piedistallo, come fosse un pezzo da museo, troneggia un cetriolo sottaceto in un barattolo. Il paziente enigmista, a questo punto, avrà raccolto tutti i dati necessari alla soluzione del rebus, ammesso che questo una soluzione ce l’abbia.
Con una semplice ricerca, sempre utilizzando il famoso motore di ricerca di cui sopra, si scopre che il personaggio russo
fin de siècle avesse doti particolari. Molti siti internet che riportano la sua biografia insistono sui suoi professati poteri di guaritore (motivo per cui fu accolto alla corte dello zar); altri alludono alle doti soprannaturali e alla presunta immortalità .
Ma l’indizio cruciale consiste nelle storie legate alle doti naturali, che legano la sua vita a quella di un idolo più recente come John Holmes, per una determinata caratteristica fisica. Non solo. Pare addirittura che il famigerato membro sia custodito sottovetro in un piccolo museo russo e che sia mèta di pellegrinaggi. Cosa c’entra tutto questo con una riflessione sulla figura dell’artista, sul valore dell’opera d’arte e su tanti altri interrogativi correlati? Se non fosse chiaro, aspettate il responso del provetto enigmista.
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Tutto chiaro e apprezzabile!!!!!
era ironico il mio: "tutto chiaro e apprezzabile!" non si può giudicare una cosa del genere, meglio dimenticare!!!
non diciamo fesserie, ieri la mostra c'era eccome!
si però cavolo ieri era già finita!!
me la spieghi allora?