I primi passi nell’arte di una giovane pittrice, che con occhi ingenui e freschi rivolge il suo sguardo a ciò che la circonda, all’ambiente familiare che le è più caro, mescolando la realtà all’emozione dei ricordi e a una ricerca introspettiva leggera e soave.
Agnese Guido (Copertino, Lecce, 1982; vive a Milano) dipinge le immagini della sua cameretta di bambina e giovane donna, soffermandosi sui dettagli di quell’universo femminile, che diventano icone simboliche del nostro mondo e delle nostre spinte emotive e sociali.
Con veloce tratto espressionista, i corpi si stagliano nel buio della stanza, fluttuanti immagini cerebrali dai colori quasi psichedelici, nella meraviglia di oli, acrilici e smalti. Non sono più gli oggetti della pop art, mercificati e decontestualizzati, ma correlativi oggettivi e affettuose riflessioni, meditate e assimilate nel profondo. Così, la bottiglietta di profumo in primo pano, dalle dimensioni spropositate, non è un contenitore qualsiasi, ma il simulacro della
vanitas, il ricettacolo della seduzione e dei primi timidi tentativi di affermare la propria individualità di donna e di costruire la propria immagine, in un mondo basato sull’apparenza e sulla mistificazione estetica dei rapporti. Non c’è condanna o polemica; con marcato realismo si registrano dati di fatto, che non turbano e non portano sgomento.
I sottotitoli dei lavori, racchiusi tra parentesi, sono versi evocativi del mondo interiore dell’artista, il concepimento vero, unico e originale dell’opera stessa, in cui sta racchiusa la sua essenza e il segreto della sua esistenza. Agnese Guido è un’artista che ci vuole avvicinare, trascinandoci nella sua intimità; vuole farci entrare nel regno dei suoi spazi, di cui è la principessa assoluta. Una profusione di rosa e azzurro ci cattura, costringendoci a varcare la soglia di un inconscio giovane e vivo.
La lettura delle opere è immediata e coinvolgente, la semplice apparenza nasconde i suoi baratri nel colore lucido e profondo degli sfondi, dove l’anima si annega e dorme ignara in una cameretta rosa confetto.
Come crescerà la nostra artista? Quali saranno i sogni o gli incubi immaginati in questi letti soffici e profumati? Cosa pensa la maliziosa volpe che ci guarda dietro la maschera fulva in
La Volpe in Giardino (Seduzione) (2008)?
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bellissima e oscena.
apena sono uscita dalla mostra ho vomitato!