-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
fino al 18.XII.2005 Andrea Martinelli. Il volto e l’ombra Milano, Museo della Permanente
milano
Il miglior pittore realista d’Europa, ha tuonato Vittorio Sgarbi. Martinelli parte da Leonardo e da Rembrandt, transita dall’oggettività tedesca e coniuga i suoi lavori maniacalmente cesellati. Settanta quadri a Milano…
«In queste tavole grida la voce di chi non s’arrende alla solitudine e viene (volenti o nolenti) al nostro cospetto per un incontro, un convegno di sensi ed occhiate». Queste parole, tratte dal saggio in catalogo di Flavio Arensi, forniscono con efficacia l’atmosfera che regna nelle sale popolate dai settanta ritratti presentati da Andrea Martinelli (Prato, 1965). Lunghe teorie di volti, maniacalmente cesellati con la maestria tecnica che contraddistingue il giovane realista (il miglior realista in Europa assieme ad Antonio Lopez Garcia, ha sentenziato Vittorio Sgarbi).
Una tecnica che parte da lontano, da Leonardo, da Rembrandt, fino ad aggiornarsi con la nuova oggettività tedesca. Che poi Martinelli coniuga con la sua visione dell’arte e del ruolo dell’artista: «Oggi si è diffuso il disprezzo e il rifiuto delle nostre radici, della nostra storia e della nostra arte», dichiara a Stefano Crespi che lo intervista. «Ecco quindi perché la mia volontà di ricostruire un volto, uno sguardo». Immortalare. Recuperare il valore profondo del rapporto umano, di quella comunicazione che, ab origine, passa dagli sguardi, dalle espressioni, anche dai silenzi. Atmosfere pervase da una latente religiosità, accentuata dalla serialità dei soggetti, temi con variazioni, una cadenza ritmata di forme che evoca il mantra buddhista, o il rosario cattolico. E che comunque favorisce la concentrazione sul quell’unico grande mistero: il volto, proiezione dell’artista stesso, che lo carica di valenze metafisiche. Se il volto è quindi il territorio su cui si gioca questa dinamica sensoriale e spirituale, è all’ombra che l’artista assegna il ruolo “costruttivo”: ombra che traccia le mimiche espressive, che infonde l’anima nel suo paradossale incrociarsi con improvvisi riverberi di luce. Ombra come paradigma pirandelliano dell’identità, della coscienza, individuale e collettiva. Dell’esistenza.
massimo mattioli
mostra visitata il 24 novembre 2005
Andrea Martinelli. Il volto e l’ombra – Fino al 18.12.2005 – A cura di Flavio Arensi e Ruggero Montrasio – Milano, Museo della Permanente – Via Filippo Turati 34; Centro Storico – Tel. 02-6551445 – www.lapermanente-milano.it – orario: da martedì a venerdì 10-13/14.30-18.30; sabato e festivi 10-18.30; lunedì chiuso – biglietti: ingresso 6 Euro intero; 4 Euro ridotto – Catalogo Silvana Editoriale – Montrasio Arte
[exibart]
“Il miglior pittore realista d’Europa, ha tuonato Vittorio Sgarbi”. Ormai di questo personaggio c’è poco o niente da fidarsi o da credere. Fa il politico quando deve fare il critico e fa il critico quando deve fare politica. Solo lui è capacissimo di tali affermazioni (come quella riportata su) facendomi venire in mente un famosissimo personaggio della politica italiana anch’esso amante a far uso degli stessi metodi dialettici. No,no e poi no, non è possibile affidare l’ARTE in mano a certa gente, che utilizzando il potere mediatico, può dire quello che vuole ed imporlo come oro colato. C’è bisogno di un forte richiamo e risveglio alle coscienze critiche ed obbiettive se non si vuole veramente finire tutti nello stesso letamaio.
Ma le pare che veramente uno Sgarbi oggi possa imporre qualsivoglia cosa a qualcuno???