Partiamo dai fondamentali. La Vespa è la madre di tutti gli scooter. Madre non solo per femminile investitura grammaticale, ma anche per la forza generatrice di stili, evoluzioni e copie. Disegnata da Corradino d’Ascanio nel 1946, viene messa sul mercato dalla Piaggio. Rapidamente si è conquistata lo status di icona e l’ascesa nell’olimpo del design italiano, andando ad arricchire la fila di oggetti che ogni volta strappano un sorriso, o un ricordo romantico. La mostra sottolinea l’eccellenza progettuale e performativa, il valore paradigmatico che questo oggetto assume all’interno della storia non lineare di una disciplina complessa come quelle del disegno industriale e il suo legame con il momento storico e sociale.
Nella storia della Vespa converge un caleidoscopio di temi progettuali: la riconversione industriale, la storia della comunicazione, della pubblicità, dell’immaginario, del costume, del paesaggio, della mobilità, dell’apertura verso i mercati internazionali, del boom economico anche. Temi appena affrescati vista l’istantaneità della mostra ma che, volendo, si possono approfondire in uno dei migliori musei d’impresa in Italia, ovvero la Fondazione Piaggio di Pontedera (in provincia di Pisa), oppure, più
L’istantaneità diventa però pregio minimale nelle scelte curatoriali e nell’allestimento che coniuga filmati interattivi, fondali digitali e sonorizzazioni. Un tappeto stampato cinge l’esposizione. Il curatore Pier Paride Vidari, docente del Politecnico di Milano -a cui si deve una delle mostre più innovative degli ultimi anni, Dialogo nel buio a Palazzo Reale- ha scelto di focalizzare l’attenzione su diversi aspetti fra cui l’evoluzione del progetto industriale, il rapporto con l’utenza e l’evoluzione della forma, con le caratteristiche estetiche e tecnologiche. Il curatore-progettista ha scelto modelli di scooter, particolari costruttivi, come fanali, freni, scritte, indicatori e documenti legati alla storia dei progetti. I materiali esposti, che contribuiscono a restituire la grande complessità della Vespa, diventano fonti di una storia esemplarmente italiana. Quella di un prodotto che era destinato al grande numero. E che, mutatis mutandis, è finito nel firmamento dell’immaginario collettivo.
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mostra visitata il 3 ottobre 2005
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Al progetto " In Vespa - Un viaggio italiano" un contributo importante è venuto anche dall'arch. Nicola Marras al quale porgo le mie scuse per non averlo nominato tra i fautori della mostra in Triennale.
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