Angelo Savelli, originario di Catanzaro, classe 1911, compie nel corso della sua vita diversi studi nel campo dell’arte, diplomandosi all’Accademia di Belle arti di Roma nel 1936, avvicinandosi e allontanandosi da diversi filoni e correnti della pittura novecentesca, tra cui il Futurismo. Partecipa alla XXV Biennale di Venezia del 1950, viaggia, scopre diverse città come Parigi e New York e in quest’ultima si trasferisce nel 1955 per vivere nei panni di artista e docente. Qui viene esposta la sua prima personale – contenente serigrafie e gouaches – alla galleria The Contemporaries e negli anni a venire espone ancora nella “Grande Mela”, anche presso il celebre collezionista italiano Leo Castelli e al Guggenheim Memorial Foundation. La sua attività di artista lo porta in diverse città italiane ed estere, permettendogli di esporre in sedi prestigiose come la Quadriennale d’Arte di Roma e la Whitechapel di Londra. Anche la città di Milano fa in tempo a dedicargli una personale al PAC (Padiglione di Arte Contemporanea) – sempre a cura di Sansone – nel 1994, anno in cui ritorna definitivamente in Italia, iniziando una collaborazione con Fondazione Prada, esattamente un anno prima della sua morte.
Con la mostra presso Montrasio Arte, il curatore decide di focalizzarsi sul cosiddetto “periodo bianco” dell’artista, che nasce negli anni ’60, quando Savelli decide di puntare su una ricerca monocromatica, realizzando opere di estrema rarefazione e pulizia formale. Inizialmente il bianco era il colore stesso di ciò che raffigurava, divenendo col tempo supporto a se stesso. Inizia a intervenire sulla superficie della tela e inserisce nei suoi lavori un nuovo materiale che diventa da qui in poi fondamentale: la corda. Questo elemento è probabilmente, come da lui asserito, un ricordo della sua infanzia passata in riva al mare; inoltre, per le sue caratteristiche, si conferma adatta alla sua indagine su forme e spazio, che si sviluppa maggiormente negli anni ’80.
Qui in galleria sono esposti circa una ventina di lavori appartenenti ad alcune collezioni private, tra cui la famosa Alle quattro ragazze negre di Alabama del 1964 – composta da acrilico, corda, legno e plexiglass – già esposta alla XXXII Biennale di Venezia del medesimo anno e Virgilius del 1966 – composta da acrilico, corda e legno – esposta al Guggenheim Memorial Foundation di New York.
È previsto un apposito catalogo bilingue per la mostra, edito da Silvana Editoriale con un testi di Guido Ballo, Piero Dorazio, James Harithas, Ned Rifkin e Luigi Sansone.
La galleria Montrasio Arte prevede anche un focus sui giovanissimi. In quest’occasione è possibile conoscere Gianluca Rossi, artista e grafico piacentino, classe 1992, che con il suo lavoro Constellatio Humanae traspone un’intima riflessione “sull’irrazionale umano e sul razionale universale”, dove la morte diventa il solo punto di contatto tra questi elementi. Per fare ciò, usa il supporto digitale – ritornando così alle sue origini grafiche – simboleggiando la fragilità del corpo umano con la rappresentazione dello scheletro, e l’universalità del cosmo con alcune costellazioni colorate in rosso, facendole combaciare con la struttura ossea sottostante.
Micol Balaban
mostra visitata il 20 novembre 2015
Dal 20 novembre al 18 dicembre 2
Angelo Savelli, Bianco su Bianco
Montrasio Arte
Via di Porta Tenaglia 1, Milano
Orari: mar-ven 11.00/13.00 – 14.00-18.00
Info: www.montrasioarte.it – montrasio@montrasioarte.com