Se
non fossero fotografie ma fotogrammi, e non fossero interni ma sequenze di film
horror, gli scatti di Jason Oddy (Londra,
1967) segnerebbero il punto preciso in cui l’orrore sta per manifestarsi.
L’attimo sottolineato dal grido di viole e violini, l’approssimarsi dell’ombra
dell’assassino, del diavolo, dell’aberrante devianza. Dell’essere uomo.
Spazi
vuoti, stanze fredde di una morte cromatica che indugia sui filtri del
pastello. Un occhio allenato alla lettura di architetture, modanature, dettagli
all’apparenza curiosi o inusuali. Un occhio capace di leggere tracce perdute,
nello shock di un tempo indeciso tra l’evolversi o il ripiegarsi su se stesso.
Nessuno aspetta nessun altro: le stanze d’attesa sono ritratte nude,
imbarazzate nella loro improvvisa rarefatta funzionalità.
Luoghi
di potere e prevaricazione, dalla sede ginevrina dell’Onu ai sanatori dell’ex
Unione Sovietica; luoghi di scelte irrevocabili, spazi per l’esaltazione
intellettuale della coscienza di uomo, per la sua più compiuta
autodeterminazione. C’è un valore estetico nelle fotografie di Oddy, in fondo
non dissimile dalle biblioteche di Candida
Höfer. Ma c’è, soprattutto, una profonda costruzione concettuale, in questo
davvero vicina al progetto che Armin
Linke ha dedicato alle “stanze dei bottoni”, portando al Maxxi l’italico Corpo dello Stato.
Vuoti
di potere, in realtà gonfi di presenze tanto inattese tanto ineludibili; spazi
pulsanti di un peso doloroso, contenitori che assorbono il malessere del
contenuto. Porte semichiuse, pudiche: sembrano in realtà spalancate e lascive.
Risultati possenti in termini introspettivi: quasi un’implicita risposta alle
complesse costruzioni “a tavolino” dei vari Olaf o Crewdson. Come a
dimostrare che è possibile bypassare la ricostruzione, la finzione, il gusto
per il set e affidarsi esclusivamente
alla suggestione. All’evocazione di “quello
che non c’è”.
articoli correlati
Come leggere lo spazio: Candida Höfer si
scontra con Paolini
Armin Linke rilegge i centri del potere in
Italia
I complessi set di Erwin Olaf da Forma
francesco
sala
mostra
visitata il 29 gennaio 2011
dal
13 gennaio al 19 febbraio 2011
Jason
Oddy – Within
a
cura di Carlo Madesani e Serena Zacheo
Camera16 Contemporary Art
Via Pisacane, 16 – 20129 Milano
Orario: da martedì a sabato ore 15-19
Ingresso libero
Info: tel. +39 0236601423; info@camera16.it; www.camera16.it
[exibart]
In occasione della seconda edizione di Expodemic, il Festival diffuso delle Accademie e degli Istituti di Cultura stranieri a Roma,…
Negli splendidi spazi dei Musei Civici di Palazzo Buonaccorsi si apre la mostra “VIS–A-VIS, Ritratti moderni e contemporanei”, a cura…
Arriva l’estate e tornano anche i festival: con il direttore Tomasz Kireńczuk, riconfermato alla guida di Santarcangelo Festival per altri…
Alla Galleria Andrea Ingenito di Napoli, una mostra per esplorare gli universi multiformi del grande artista statunitense Mark Tobey, espressionista…
232 espositori da 32 Paesi, nuove sezioni curate, il ritorno al Grand Palais. Così la maxi fiera parigina racconterà quest’autunno…
Donatella Di Pietrantonio vince da favorita il Premio Strega 2024, con un romanzo pubblicato da Einaudi. Sul podio anche Dario…