Ognuno di noi ha sognato almeno una volta nella vita di poter trasformare un’uggiosa giornata di pioggia in una splendida mattinata, soleggiata e fresca. Il desiderio di trasformarsi in tuonanti Zeus viene esaudito con
Choose your Day (2005). Comodamente seduti in poltrona e con l’ausilio di pochi tasti,
Vadim Fishkin (Penza, 1965; vive a Ljubljana) permette di fare il buono e il cattivo tempo, di viaggiare nello spazio per approdare sui crateri rossi di Marte, di far piovere o nevicare. La galleria si trasforma in un luogo intimo e piacevole, dove sperimentare i nostri sogni e soddisfare ogni capriccio meteorologico. Con l’aiuto di una tecnologia quasi elementare (un phon per capelli, un ventilatore e un proiettore), Fishkin costruisce una vera e propria
machina mundi, un universo dove luce, tempo e spazio concorrono a creare una nuova immagine poetica.
L’artista russo è sempre stato appassionato di fisica e nel suo lavoro tende a non far distinzione tra fisico e metafisico, visibile e invisibile. Parafrasando lo scrittore francese René Daumal, Fishkin sembra affermare: “
La porta per l’invisibile deve per forza essere visibile”.
Ogni fenomeno naturale, dalla fotosintesi vegetale al tramonto del sole, fino al semplice scorrere del tempo può potenzialmente diventare un lavoro artistico di Fishkin. L’artista usa la scienza come serbatoio di nuove idee, bizzarre e non convenzionali, sfidando le leggi della fisica e tramutando queste esperienze in momenti di surreale bellezza.
Durante una performance, Fishkin vola su una mongolfiera gialla e rossa all’interno delle grotte di Postumia, in Slovenia. Lo spazio limitato si scontra con la ricerca umana dell’illimitato, in una poetica dell’assurdo. Fishkin ha preservato, come molti artisti, le proprie fantasie di bambino e le illusioni infantili: per questo nelle sue opere ricorrono i temi del volo, gli aeroplani, lo spazio.
Nell’installazione sonora
Dictionary of imaginary place (2000-05), due lampadine rievocano luoghi immaginari citati in letteratura, in riferimento al
Manuale dei luoghi fantastici di Alberto Manguel e Gianni Guadalupi. Basta il solo recitare questi territori per farli realmente esistere in una dimensione altra. Creare una realtà al solo nominarla è infatti un procedimento tipico della magia, e l’arte è il luogo privilegiato in cui la magia si esprime.
Così, da Camelot all’Isola che non c’è, passando per Atlantide, Fishkin porta a spasso il visitatore in uno spazio sospeso, fuori del tempo e nella dimensione surreale dell’immaginazione.