01 giugno 2010

fino al 19.VI.2010 Ben Grasso Milano, Jerome Zodo

 
Frangenti appesi al filo dell’instabilità. Paesaggi decostruiti. L’attimo del caos che stravolge la quiete. E la vita si sgretola, lasciando emergere ansietà e traumi...

di

I New Territory di Ben Grasso (Cleveland, 1979; vive a New York) sono paesaggi comuni
colti in momenti di shock che determinano sconvolgimenti nella vita umana.
Eventi come echi impossibili da arrestare. Perturbazioni ineffabili. Una mostra
interamente pittorica in cui i quadri diventano orizzonti di instabilità e
fragilità del mondo naturale messo a soqquadro. Il tutto in un’ottica che
presuppone un’idea ecologista e di pulizia dalla violenta bruttezza
dell’intervento umano.

Il corpus dei lavori mette in primo piano episodi su episodi
ove il tema lievita, tramutando i luoghi in frantumi di realtà ed espandendo
gli orizzonti in corsi inattesi. Per suggellare l’aspetto di ansietà insito
nelle cose, l’artista ha realizzato per lo spazio di Jerome Zodo
un’installazione site specific in cui racconta, in formato reale, i lineamenti
di un’esplosione.

Così, nei Nuovi territori si respira assenza di futuro,
poiché tutto ha inizio e fine in un presente assoluto che non dà spazio a
slanci. Lo spettatore si trova a tu per tu con la caducità e il senso
d’impotenza affrontati sulle circa dieci tele a parete della location
principale. Il percorso procede poi in una seconda stanza in cui campeggia un
trittico che racconta di un avvicinamento a sequenza tra le fitte fronde di una
foresta. La natura, in questo caso – dal titolo Canopy
è perlustrata nelle sue qualità
avvolgenti e imponenti con la scelta stilistica del bianco e nero, resi
dall’utilizzo del carboncino su carta.

Ben Grasso - Actual Thing - 2008 - olio su tela - cm 178x127
Oltre a questa pausa cromatica, nei New Territory
domina il colore nell’assolutezza
cangiante di forze prismatiche incontenibili: si veda in tal senso House of
Cards
e Autumn. Colori entusiasmanti per Snow, in cui ogni tono determina
emozioni, organizza lo spazio mentre una galassia di puntini bianchi dissolve
eternamente tutto. “Natura e architettura coesistono in una costruzione e
decostruzione dello spazio fisico, uno status che suggerisce la naturale
transitorietà delle cose e l’illusoria distinzione che si fa fra uomo e natura
”, si legge nel testo critico di
Nuit Banai. Per cui gli spazi rappresentati arrivano all’occhio dello
spettatore immediatamente decodificati e al tempo stesso più stranianti che
mai.

I luoghi di Grasso sono apparenze, riflessi di una
contingenza che sfugge. Nel tentativo di cogliere questa pavida fuggevolezza
s’impone il gesto pittorico talmente forte da lasciar vibrare di vita la tela.
Si veda, in questo senso, Actual Things
, in cui il movimento delle forme precede e
oltrepassa di misura la cornice. E ancora Red and Blue House
, che diventa uno sguardo aereo
sulla piccolezza dell’essere, un volo leggero.

Ben Grasso - New Territory - veduta dell’allestimento presso Jerome Zodo Contemporary, Milano 2010
Infine, da segnalare i quadri di piccole dimensioni, su
carta, al piano superiore della galleria, che raccontano le fasi di lavoro
dell’artista, la sua indagine sulle forme, l’avvicinamento al colore, la
nascita di un pensiero che poi man mano si amplia ed esplode.


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dal 6 maggio al 19 giugno 2010
Ben
Grasso – New Territory

Jerome Zodo
Contemporary

Via Lambro, 7
(zona Porta Venezia) – 20129 Milano

Orario: da
martedì a sabato ore 10-19

Ingresso
libero

Info: tel. +39
0220241935; fax +39 0220244861;
info@jerome-zodo.com; www.jerome-zodo.com

[exibart]

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