Be. Per agire bisogna essere avvolti nell’illusione è il titolo della mostra personale di Linda Carrara. Domanda o affermazione? Riflessioni su colori, sensi, spazi… sull’illusione, sulla percezione dell’uomo. La mostra si snoda sui tre piani dello spazio espositivo di Rivoli 2, che con destrezza e astuzia rendono il percorso visivo intero in ogni sua parte.
Un piacevole incontro con l’arte di Carrara senza effrazioni tipiche di un allestimento al limite del gusto. Dipinti, disegni, video, sono diverse le tecniche utilizzate a dimostrazione di un’arte che percorre il sentiero della ricerca senza timidezza d’essere. La mostra si snoda attraverso i sono molti gli elementi della “ricetta” di Carrara, in particolare l’eterno conflitto tra armonia del colore, sospensione degli elementi e inganno della mente sugli spazi.
Varcata la porta, The space between è la prima opera che incontriamo, grande tela che, possiamo dirlo, sintetizza l’elegante pittura di Carrara a primo occhio. Un’architettura vuota fatta di poche di linee rette, da una parte definiscono l’ambiente, dall’altra lasciano spazio all’immaginazione. Un continuum dalla tala alla finestra e viceversa, lo sguardo attraversa autonomamente l’opera e la luce della vetrata. Lo spazio aumenta in un ambiente secondario fatto di inganno della memoria. Al primo piano: un viaggio a Bruxelles, un pensiero verso l’oriente, una sospensione sconfinata. La stanza ospita diari dell’artista, scritti durante un viaggio nella capitale belga, fatti di disegni: dai tetti caratteristici della città agli interni delle abitazioni, forse mai visti, alle fotografie acquistate in un mercatino che svelano tutto il sapore di altri tempi, siamo attratti immediatamente dal toccare con mano questo reportage che ci ricorda quanto sia bello fermare momenti della nostra vita, se poi ci troviamo difronte al segno d’arte ancora di più. Alle nostre spalle una donna tiene tra le mani un tipico ombrello giapponese; oriente e occidente comunicano attraverso la medesima resa. Una figura è posta nello spazio senza elementi aggiuntivi, le campiture sono piene e il grigio, nelle diverse tonalità, è protagonista.
Nell’ultima sezione della mostra ci rendiamo immediatamente conto che qualcosa è cambiato. Il primo pezzo su cui i nostri occhi si posano è un codice. La pittura diventa scrittura che si srotola come pergamena sotto la forma di un codice indecifrabile, impossibile da decriptare, allora chiediamo all’artista, che ci racconta: “una mattina mi son svegliata e ho iniziato a scrivere. È un codice segreto anche a me. Ci sono lettere che assomigliano a forme appartenenti alla mia memoria, altre assolutamente no”. Insomma cosa c’è di più bello della semplicità dell’istinto? Quest’ultima sala racchiude, in ambiente asettico, opere diverse dall’artista. Oltre al codice bozzetti, difficilmente esposti in altre occasioni, che fanno da chiave tra un opera e l’altra. Tratti sottili, linee attente su fogli di carta. Poi tele astratte, difficilmente attribuibili a Carrara, ma parte del sul percorso che in questa occasione termina di stupefare con una grande video installazione. Sulla parete centrale un solido multi-sfaccettato galleggia nello spazio. Subito pensiamo alla solita elaborazione digitale che sforna piacevoli risultati, che, seppur ben fatta, lascia sempre quel non so che di freddo. Il digitale non ci convince, non è da lei. Chiediamo subito come ha realizzato l’opera e ora tutto torna: una serie di stuzzicadenti, uniti tra di loro alle estremità danno vita a una forma tridimensionale che, appesa con un filo al soffitto, inizia a girare in moto perpetuo cambiando in ogni istante la posizione incantandoci. Attraverso Be. Per agire bisogna essere avvolti nell’illusione tutto questo è possibile.
Martina Corbetta
Mostra visitata 24 giugno 2014
Dal 12 giugno al 19 luglio 2014
Be. Per agire bisogna essere avvolti nell’illusione – opere di Linda Carrara
Fondazione Rivoli 2
Via Rivoli, 2. Milano
Orari: da martedì a venerdì 16.00-19.30; sabato 14.00-1930