Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
03
dicembre 2009
fino al 19.XII.2009 Valerio Carrubba Milano, Pianissimo
milano
La figura umana giunge a completamento. Se prima l'uomo si trovava dentro se stesso, in questa nuova personale l'uomo rimane sotto. Sotto nuovi dispositivi, nuove conformazioni e difformità...
di Ginevra Bria
Con Valerio Carrubba (Siracusa, 1975; vive a Milano) la
disciplina della statistica spaziale assume sempre più i connotati
dell’intimità umana, evitando così l’influsso dell’innovazione tecnologica.
Nuova visuale che consente all’artista l’applicazione formale di procedure
sempre più sofisticate (basti pensare alle rilevazioni-video di quest’ultima
personale milanese, nuova mappa per superfici di soggetti nati sotto il segno
dell’immagine).
L’estensione del raggio operativo
della materia, per Carrubba, richiede quindi un continuo aggiornamento dei
riferimenti biografici della soggettività; dati attraverso i quali le misure della
negazione dell’Immagine sfuggono continuamente al dato fisiologico fattuale.
In questa seconda personale alla
Galleria Pianissimo, Carrubba riscrive il proprio testo d’intenti, nascondendo
questa volta una poetica incentrata sulla mera osservazione della fisiognomica.
La locandina/poster per Body Double #1, ispirata al Grand Guignol, e due olii,
caratterizzati (come da aspettative) dalla simmetria pittorica, fanno parte di
un intenso studio delle relazioni spazio-vita, analizzando diverse implicazioni,
sulla ricchezza delle innumerevoli risorse estetiche e di linguaggio. Il punto
di partenza da cui egli trae supporto, per la descrizione e la formalizzazione
del fenomeno-ritratto, è dunque anche il suo oggetto di studio, formando un
binomio di ricerca sempre in trasformazione (e maggiormente votato al teatro).
La molteplicità dei metodi di
rilevazione pittorica conduce spesso Carrubba a un’osservazione stratificata
più che a una riproduzione dei dati che si presentano come natura sensibile,
dando luogo a diversi tipi di discontinuità narrativa.
La mostra, infatti, scarna e
immersiva, presenta il video Body Double #1 come centro dell’intera personale.
Nel progetto, peraltro inedito, le immagini del girato si sovrappongono a un
monologo crudele, una drammaturgia dal sapore psicologico tripartita con acume
fra odio e disprezzo nei confronti di un corpo che non appartiene alle leggi,
un corpo
sottoposto a un lungo percorso di torture, violenze e crudeltà che la voce
narrante nel delirio finale infliggerà al corpo proprio, arrivando alla morte attraverso
lo sviamento dei sensi.
La narrazione è lenta, quasi fosse
procrastinata a un tempo nel quale la parola reitera e torna indietro. Gli
screzi imposti ai corpi e la sovrabbondante rappresentazione teatrale della
loro de-strutturazione sono entrambi processi descritti con precisione di
dettagli e colori assoluti, proprio come la pittura chirurgica di dipinti
carrubbiani precedenti, conferendo un’impressione sullo stravolgimento
dell’intelletto.
Per quanto riguarda le parole
usate in Body Double #1, il
discorso e i suoi espedienti dialettici sono volti alla ricerca interna del soggetto più che alla sua
interiorità. Ricerca fatta per allontanare la carne e per mortificarla, creando
così la simmetria dell’emozione nata lontana, al di fuori dell’immagine di sé.
disciplina della statistica spaziale assume sempre più i connotati
dell’intimità umana, evitando così l’influsso dell’innovazione tecnologica.
Nuova visuale che consente all’artista l’applicazione formale di procedure
sempre più sofisticate (basti pensare alle rilevazioni-video di quest’ultima
personale milanese, nuova mappa per superfici di soggetti nati sotto il segno
dell’immagine).
L’estensione del raggio operativo
della materia, per Carrubba, richiede quindi un continuo aggiornamento dei
riferimenti biografici della soggettività; dati attraverso i quali le misure della
negazione dell’Immagine sfuggono continuamente al dato fisiologico fattuale.
In questa seconda personale alla
Galleria Pianissimo, Carrubba riscrive il proprio testo d’intenti, nascondendo
questa volta una poetica incentrata sulla mera osservazione della fisiognomica.
La locandina/poster per Body Double #1, ispirata al Grand Guignol, e due olii,
caratterizzati (come da aspettative) dalla simmetria pittorica, fanno parte di
un intenso studio delle relazioni spazio-vita, analizzando diverse implicazioni,
sulla ricchezza delle innumerevoli risorse estetiche e di linguaggio. Il punto
di partenza da cui egli trae supporto, per la descrizione e la formalizzazione
del fenomeno-ritratto, è dunque anche il suo oggetto di studio, formando un
binomio di ricerca sempre in trasformazione (e maggiormente votato al teatro).
La molteplicità dei metodi di
rilevazione pittorica conduce spesso Carrubba a un’osservazione stratificata
più che a una riproduzione dei dati che si presentano come natura sensibile,
dando luogo a diversi tipi di discontinuità narrativa.
La mostra, infatti, scarna e
immersiva, presenta il video Body Double #1 come centro dell’intera personale.
Nel progetto, peraltro inedito, le immagini del girato si sovrappongono a un
monologo crudele, una drammaturgia dal sapore psicologico tripartita con acume
fra odio e disprezzo nei confronti di un corpo che non appartiene alle leggi,
un corpo
sottoposto a un lungo percorso di torture, violenze e crudeltà che la voce
narrante nel delirio finale infliggerà al corpo proprio, arrivando alla morte attraverso
lo sviamento dei sensi.
La narrazione è lenta, quasi fosse
procrastinata a un tempo nel quale la parola reitera e torna indietro. Gli
screzi imposti ai corpi e la sovrabbondante rappresentazione teatrale della
loro de-strutturazione sono entrambi processi descritti con precisione di
dettagli e colori assoluti, proprio come la pittura chirurgica di dipinti
carrubbiani precedenti, conferendo un’impressione sullo stravolgimento
dell’intelletto.
Per quanto riguarda le parole
usate in Body Double #1, il
discorso e i suoi espedienti dialettici sono volti alla ricerca interna del soggetto più che alla sua
interiorità. Ricerca fatta per allontanare la carne e per mortificarla, creando
così la simmetria dell’emozione nata lontana, al di fuori dell’immagine di sé.
articoli correlati
Intervista con Valerio Carrubba
ginevra bria
mostra visitata il 20 novembre 2009
dal 12 novembre al 19 dicembre 2009
Valerio Carrubba
Galleria
Pianissimo
Via Ventura, 5
(zona Ventura) – 20134 Milano
Orario: da
martedì a sabato ore 14-19Info: tel./fax
+39 022154514; info@pianissimo.it; www.pianissimo.it
[exibart]
Complimenti ancora per il percorso di ricerca