Nella culla milanese dell’Arte Povera, la folgorazione è garantita dalla bellezza e dall’ascetica austerità dell’opera
Nel Momento (1973) di
Remo Salvadori (Cerreto Guidi, 1947). Ogni forma, magistralmente studiata, è collocata alla perfezione nello spazio e la galleria Stein risponde con assoluta precisione alle esigenze del lavoro artistico. L’ambiente ampio e arioso, il bianco quasi accecante enfatizzano il carattere di sacralità dell’installazione.
Il locale, diviso in due stanze, appare come un luogo di culto, una chiesa o una moschea, un rifugio dell’anima, dove recarsi a meditare, liberandosi da ogni sovrastruttura e da ogni distrazione. Per scelta dell’artista, la visione dell’opera è accompagnata dal
Concerto per Quattro Pianoforti ed Archi in minore BWV 1065 di Bach, che intensifica e impreziosisce il momento visivo attraverso la magia della percezione sonora.
I materiali poveri, come il bronzo, sono lavorati per suggerire significati elevati: nella loro semplicità si trasformano in simboli complessi, che sfiorano l’universale. Al centro della sala, sul pavimento, appare una grande spirale, simbolo molto antico, tra i più diffusi e comuni, che rappresenta la crescita e lo sviluppo, il sole e ogni ciclo solare e stagionale che segna il tempo e la vita dell’uomo. Racchiude in sé anche il concetto della creazione, dal nulla del centro verso la manifestazione esterna e viceversa, come in molti fiori, con i loro petali disposti appunto a spirale.
Alle pareti sono le composizioni realizzate in metallo piegato, bronzo ma anche rame e stagno, e i nobili oro e argento, in un gioco di luminosità e riflessi differenti che ricorda gli antichi mosaici turchi o i rosoni delle nostre chiese. Compare anche un altro simbolo, il sette, uno dei numeri magici, perché sette sono tutti i metalli utilizzati ed esaltati dal lavoro creativo dell’artista.
Il minimalismo perfetto della materia suggerisce una duplice reazione, dividendoci tra il ricordo delle decorazioni dei luoghi già conosciuti e poeticamente evocati e la quiete spirituale della forma pura, dove niente manca o eccede, dove i vuoti rispondono ai pieni, in una delicata ma ragionata armonia. In questo equilibrio mistico anche il visitatore rimane sospeso, in un ambiente estraneo al mondo.
La mostra, che si estende anche alla Galleria Cardi, dove sono esposte opere più recenti, riassume le due caratteristiche fondamentali dell’opera di Salvadori: lo studio della luce e dello spazio, e la dialettica tra pieno e vuoto. L’arte si fa rivelazione interiore, a cui si arriva dopo un lento e lungo cammino, fatto di studio e introspezione.