Definire compiutamente l’approccio artistico di Alberto Savinio è decisamente un’impresa ardua e complessa: infatti una visione superficiale della sua produzione si limiterebbe semplicemente a classificare l’opera saviniana come un’originale adesione all’ampio movimento surrealista europeo. Si tratta tuttavia di una lettura parziale e manchevole che non considera la grande complessità del genio nato ad Atene: in Alberto Savinio (il fratello di Giorgio de Chirico) sono presenti molteplici interessi che rendono quest’artista un meraviglioso dilettante come puntualizzò lo stesso pittore in uno scrittodegli anni ‘20: “io ho chiaramente sentito, ho chiaramente capito che quando la ragione d’arte di un artista è più profonda e dunque precede la ragione singola di ciascuna arte, quando un artista in poche parole è centrale creativa, è stupido, è disonesto, è immorale chiudersi dentro una singola arte, asservirsi alle sue ragioni particolari, alle sue ragioni speciali. E ho avuto il coraggio di mettermi al di là delle arti, sopra le arti.” Dunque per Savinio la pittura è solo un aspetto della sua complessa centrale creativa che deve necessariamente correlarsi con gli altri suoi interessi, soprattutto letterali e musicali. Questa multiforme personalità è stata attentamente ricostruita dall’imponente retrospettiva alla Fondazione Mazzotta di Milano: si tratta di un’iniziativa importante (l’ultima antologica risale addirittura al 1981)che riesce ad illustrare tutti i diversi periodi artistici del pittore, senza trascurarne alcuno. Sottolineare che alla Mazzotta sono presenti opere anche degli anni ’40 è particolarmente rilevante poiché troppo spesso gli studi hanno approfondito solo il periodo del lungo soggiorno parigino (1926-1933) trascurando altri momenti – ad esempio proprio gli anni ‘40 – forse meno riusciti ma ugualmente indispensabili per comprendere la parabola artistica di Savinio. Infatti come scrive Pia Vivarelli sul catalogo della mostra edito da Mazzotta “La complessiva produzione di Alberto Savinio, si sviluppa, quindi, all’incrocio di tre coordinate complementari, mito, storia e realtà del presente e affronta l’analisi della realtà mettendo continuamente in discussione – come tutti i grandi intellettuali del Novecento – le presunte verità di una conoscenza che si affidi a soluzioni assolute e schematiche, siano esse di natura razionale o irrazionale“. La realtà viene dunque modificata e manipolata insistendo sempre sui temi tipici della poetica di Savinio: quella del mondo infantile (comune a moltissimi artisti degli anni ’20 e ‘30, penso ad esempio a Pablo Picasso e a Paul Klee), della feconda riflessione sulla complessa eredità del mondo classico e quella della metamorfosi surreale del mondo tangibile. Dunque una carrellata di alto spessore – con punto di livello assoluto – che fa riemergere prepotentemente, da un periodo di parziale oblio, uno dei grandi maestri del ‘900 e che, nello stesso tempo, conferma la Fondazione Mazzotta una delle istituzioni culturali di maggior respiro di Milano.
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Il sito della Fondazione Mazzotta
luca scalco
mostra visitata il 29/11/2002
Alberto Savinio
Dal 29 novembre 2002 al 2 marzo 2003
Fondazione Mazzotta, Foro Bonaparte 50. Milano (zona Castello Sforzesco)
Biglietto: intero € 8,00 ridotto € 5,50
Orario: tutti i giorni 10-19,30; martedì e giovedì 10-22,30; chiuso il lunedì
Segreteria didattica: tel. 02/86912297, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 15
Uffici: 02/878197, fax 02/8693046, e-mail: informazioni@mazzotta.it[exibart]