Nella galleria di Raffaella Cortese, al numero 1 di via Stradella, la sede con le due vetrine affacciate sua sulla strada, fanno capolino sei assemblaggi o accumuli di materiali diversi variopinti raccolti nella mostra personale dal titolo “Glimpse” di Jessica Stockholder (1959), artista nota per l’uso di materiali industriali, per lo più di oggetti di uso domestico e di plastica, come mobili, sedie, tessuti, utensili da cucina, contenitori, lampade e altri prelievi o reperti della vita quotidiana, che l’autrice chiama incastri tra cose e vissuto personale, risolte in chiave poetica e fantasiosa, dove nulla è come sembra e tutto innesca un legame con lo spazio e lo spettatore.
Questa serie di opere recenti dell’artista americana sorprende per vivacità cromatica e originalità formale, sono così fresche, lontane anni luce dagli assemblaggi bricolage new-dada per una diversa tensione compositiva, in cui ogni incastro tra materiali si relaziona con lo spazio, in quanto oggetto, quadro, pura forma pittorica e scultorea.
Invece al numero 7 di via Stradella, nell’altra sede interrata della stessa galleria, salotto chic milanese, espone per la prima volta a Milano, un ‘opera site-specific di rara tensione estetica e formale, Karla Black (1972), artista che nel 2011 ha rappresentato la Scozia alla Biennale di Venezia, quando è stata nominata per il Turner Prize.
Anche Karla Black propone più che installazioni, sculture autonome e nel contempo si sviluppano in relazione allo spazio, forme instabili ma solide o trasparenti, in gesso, vetro, plastica, carta o sapone, polvere, trucchi e detergenti caratterizzate dal colore giallo canarino, dalle tonalità delicate. La Black definisce le sue opere “free-standing”, non installazioni, bensì oggetti autonomi come presupposto per analisi cromatiche, soluzioni che sorprendono per leggerezza e paradossalmente per solidità compositiva, che incarnano immateriali concetti di fragilità e leggerezza.
Queste sculture dall’equilibrio precario, misteriosamente stabili, si espandono nello spazio minimalista e asettico della galleria. Movimenta la veduta d’insieme la contrapposizione tra sei solidi (in posizione verticale) adagiati a terra che svettano come girasoli e un gruppo di altre sculture-quadro appese al muro o sospese nel vuoto come i Mobiles di Alexander Calder.
Dirigendo lo sguardo in diversi orizzonti visivi, da certe angolature d’insieme della mostra, si osserva come le sue opere dall’aspetto effimero, che però aspirano all’eternità, riescano a vibrare quando assumono un carattere performativo in relazione allo spazio. Impressiona cogliere alcune sculture ammantate da un’ aurea diafana di colore giallo-delicato, impalpabile come un raggio di sole quando attraversa una stanza. Le sue opere sono un presupposto formale per materializzare “sfumature di giallo”, soggetti apparentemente simili ma così diversi, seppure connessi tra loro da una vistosa linea di polvere gialla che traccia percorsi cromatici sul pavimento della galleria. Per la Back fare arte, come ha dichiarato l’autrice: ‹‹È quasi pittura, quasi installazione, quasi performance, ma alla fine è assolutamente scultura››. Vedere per credere.
Jacqueline Ceresoli
mostra visitata il 29 maggio
Dal 28 maggio al 2 agosto 2014
Karla Black, Jessica Stockholder, Glimpse
Galleria Raffaella Cortese
via A. Stradella n1 e n 7, 20129 Milano
Orari: dal martedì al sabato 10-13- 15-19-30