Sono ragazze giovani, anzi giovanissime quelle che vengono messe in primo piano davanti all’obiettivo fotografico di
Bettina Rheims (Parigi, 1952). Mostrano la propria personalità in grandi stampe al doppio delle dimensioni naturali e non hanno filtri nel farsi vedere timide, sfrontate, ammiccanti, impaurite, scioccate, coraggiose, arrossite, arrabbiate, aggressive. Mentre il punto di vista da cui viene catturato il tutto resta sempre lo stesso.
La macchina fotografica – e quindi la fotografa – si trova sopra le ragazze distese nude su un letto. Questo ci mette in contatto ravvicinato con i soggetti, ma non solo. Ci si può spingere a dire che la visione è quella che potrebbe avere un uomo che sta per iniziare un rapporto sessuale con loro.
All’atmosfera erotica si unisce la sensazione che a scatenare le varie e già elencate espressioni sia un atto di violenza nei loro confronti. Tutte le ragazze hanno ferite, lividi, segni più o meno evidenti impressi sul corpo, che ci fanno capire che qualcuno le ha probabilmente costrette a questa situazione di semi-inferiorità, a stare stese su un letto e a farsi guardare dall’alto. La domanda che sorge spontanea è: si tratta di una forma di prevaricazione a cui la donna deve sottomettersi o d’un semplice gioco malizioso?
Sono le espressioni delle varie ragazze a fornire una risposta, in una galleria di ben tredici diverse situazioni, in cui ognuna vive l’esperienza con un diverso grado di sicurezza e spregiudicatezza.
Ad aiutare poi l’interpretazione accorrono i diversi pattern delle lenzuola, che fanno di fatto da sfondo e che, scelti con una minuziosità che l’artista tiene a sottolineare, creano un impatto visivo di volta in volta diverso e formano un’ambientazione di cromatismi empatici.
Del resto, tutta la ricerca di Rheims, dalle prime foto scattate nel ‘78, si concentra sull’universo femminile visto secondo un’accezione spiccatamente erotica. I suoi scatti iniziali sono stati realizzati come ritratti a spogliarelliste e acrobate e si sono poi direzionati dopo vari passaggi sulle star, serie attualmente in mostra presso lo Spazio Forma, sempre a Milano e sempre con uno spiccato senso dell’eros, come dimostra anche il fatto che l’esposizione è vietata ai minori di sedici anni.
Fra tutti questi filoni resta sempre e comunque presente il fattore femminilità, che l’artista ha accantonato solo in rarissime occasioni, tra cui il ritratto ufficiale del Presidente della Repubblica Jacques Chirac nel 1995.
Perché proprio le donne? Perché, secondo la fotografa, le donne hanno una capacità di donarsi e svelarsi che l’uomo non ha. E questa serie mette in evidenza proprio una sorta di generosità tutta femminile nel regalare i segreti della propria anima anche a chi le sta ferendo.