Una collaborazione inedita di tre delle più importanti personalità creative
delle scena musicale ultraminimal – Ryoji Ikeda, Carsten Nicolai e Mika Vainio – ha inaugurato, con installazioni site specific di luci e suoni, il progetto di riqualificazione radicale dell’area sede storica della fabbrica di macchine per caffè Faema, nel quartiere Lambrate a Milano. L’area MicaMoca, una superficie di 20.000 mq in cui si alternano volumi e spazi aperti, diventerà un luogo dove coesisteranno attività diverse.
I suoi spazi verranno infatti occupati da case editrici, showroom di industrie di arredamento, studi professionali, gallerie d’arte, librerie e un ristorante. Le aree comuni, in parte destinate a verde, ospiteranno opere permanenti di
artisti contemporanei appositamente progettate per Micamoca.
La sensibilità e apertura verso i più attuali movimenti dell’arte contemporanea internazionale è testimoniata dalla mostra d’inaugurazione. Ryoji Ikeda, Carsten Nicolai (dj Noto) e Mika Vainio (Pan Sonic) sono dj’s che provengono dalla scena musicale post-techno e appartengono alla rave e club culture.
progressiva scarnificazione a cui sottopongono il suono, che costituisce un’esperienza percettiva contemporaneamente al limite dell’udibilità e di grande intensità sonosomestetica (tutto il corpo è orecchio), porta la loro musica a contatto con il suo altro, la non-musica, secondo suggestioni di Cage. Quindi il silenzio, ma anche la luce, lo spazio. La musica elettronica
acusmatica esce dai clubs, diventa non-performativa e crea un design sonoro e luminoso che trova spazio in ambienti museali. La sound art è stato il tema di alcune importanti mostre svoltesi nel 2000, a cui hanno preso parte con varie collaborazioni Ikeda, Noto e Vainio: Sound Art- Sound as Media presso l’ICC di Tokio, Audible Light presso il Museum of Modern Art di Oxford, Sonic Boom presso la Haywaed Gallery a Londra. Fuorviante ci sembra quindi l’idea curatoriale (Luca Cerizza, Daniela Cascella) che dà il titolo alla mostra di MicaMoca riferendosi a una delle
prime composizioni elettroniche di Luciano Berio, Perspectives (1957).
McLuhan o a Buckminster Fuller (il codice è il messaggio), alle ricerche di musica elettronica di Berio, Maderna e Nono che portarono alla fondazione dello Studio di Fonologia della Rai di Corso Sempione. Inoltre gli interventi realizzati a MicaMoca non hanno una complessità architettonica, ma sono afferenti piuttosto al design (sound design, light design, landscape design, web design) e alla ambient art e ricordano piuttosto certe tematiche
del World Soundscape Project di Robert Murray Shafer.
Ben più appropriato, circostanziato e rigoroso, era invece ad esempio il progetto del musicista e scrittore David Toop, curatore di Sonic Boom, autore del testo “Ocean of sound”, che individua nella crisi della musica techno il terreno da cui nascono queste esperienze di sound art, e paragona l’attività di curatore di mostre a quella di campionatura e riconfigurazione di materiale esistente tipica del djing, secondo un’estetica pienamente postmoderna.
Per MicaMoca Carsten Nicolai ha realizzato due interventi. Il primo è un lungo murale di circa 32 metri di lunghezza e 4 di altezza dove le rappresentazioni grafiche di tre onde sinusoidali di frequenze diverse si intersecano ritmicamente. E’ chiaramente un intervento minimal concettuale che evoca suggestivamente almeno due momenti della storia delle tecnologie sonore, in cui il suono è stato tradotto in una rappresentazione grafica: l’invenzione del fonografo a cilindri di Thomas Edison e l’invenzione della modulazione di frequenza, fondamentalmente ad opera di John Chowning, idea che sta
alla base del sintetizzatore: la produzione di onde sinusoidali, cioè prive di armonici, permette di comporre il suono e di creare timbri inediti. Il secondo intervento è una “stanza sospesa” a cui si giunge dopo un percorso
ascensionale, che ha un carattere preparatorio spirituale.
Ikeda ha creato Spectra: il pubblico è invitato a togliersi le scarpe per percorrere un lungo corridoio smaltato di bianco. Il tragitto è scandito dai suoni provenienti da sei altoparlanti posti sulla parete di sinistra e conduce a una stanza interamente bianca inondata da una luce accecante e da un suono continuo. Jim O’Rourke ha così commentato l’ultimo album di Ikeda :Matrix: “fucking brillant”. Mika Vainio ha posizionato tre grandi orologi a lancette appesi a una parete bianca. Il suono prodotto dalle lancette dei
minuti è amplificato e processato in modo da creare un’onda di suoni bassi e leggermente sfasati che riempe e svuota lo spazio.
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Web Site di Mika Vainio e i Pan Sonic
Lavinia Garulli
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Complimenti a Lavinia Garulli per l'articolo su Perspectives: architetture sonore, presentazione chiara ed appropriata delle installazioni audiovisive. Grazie