Pittore, scultore, architetto, grafico, teorico, politico,
Max Bill (Winterthur, 1908 â Berlino, 1994) fu co-fondatore e primo direttore della Hochschule fĂźr Gestaltung di Ulm, la celebre Scuola di Ulm erede della
Bauhaus. Edificata per iniziativa della Fondazione Scholl in memoria di
Hans e
Sophie Scholl, lâHfG Ulm formò diverse generazioni di grafici, sviluppando particolarmente in Germania il design funzionale.
Egli stesso allievo della scuola dâarte e architettura tedesca, Max Bill rappresentò nel periodo fra le due guerre e nel secondo dopoguerra, con
Lohse,
Graeser e
Bodmer, la seconda ondata dellâastrattismo geometrico che prese il nome di neoconcretismo e si sviluppò in opposizione allâinformale fra gli anni â50 e â60. Concretismo, il cui manifesto redatto da
Theo van Doesburg nel 1930 per unâarte marcatamente geometrica e non figurativa aveva raccolto al primo appello gli artisti del gruppo
De Stijl,
Malevic,
Lissitzky e
Moholy-Nagy, fra gli altri, e che si ripropose nellâItalia del dopoguerra col Mac.
Forma dâarte non naturalistica distinta e distante dallâastrattismo non geometrico -informale, action painting, pittura segnica e materica-, il concretismo era basato sulla ricerca di accostamenti cromatici essenziali e forme geometriche definite. In riferimento al termine âconcretaâ contrapposto a âfigurativaâ e al ruolo in essa dellâastrazione, Max Bill aveva deciso di chiamare con il termine di
arte concreta quelle opere dâarte estranee sia alla realtĂ esteriore che alla sua trasfigurazione.
Opere dâarte prive di un processo dâastrazione: â
La pittura e la scultura concrete non sono che la realizzazione di quanto è otticamente percepibile. Il mezzo creativo è dato da colore, spazio, luce e movimento; con la composizione di questi elementi si originano nuove realtĂ . Idee astratte che esistevano dapprima solamente nel concetto vengono rese visibili se realizzate in forma concretaâ. Sviluppatosi contemporaneamente alle avanguardie, il concretismo segnò il passo allâinterdisciplinarietĂ nelle arti visive attraverso lâintegrazione di pittura, scultura e architettura.
Forma, funzione, bellezza è la mostra ordinata negli spazi espositivi di Lorenzelli Arte, desumendo per reminiscenza fin dal titolo la teorizzazione estetica di Max Bill. Che vedeva nella forma lâintegrazione armonica delle funzioni, una â
qualitĂ â intrinsecamente connaturata alla bellezza. Forma, dunque, in senso paradigmatico, risalente alla nozione percettologica di
Gestalt. Per lui era del tutto naturale che la forma, in quanto espressione sensibile della bellezza, fosse bella.
La mostra si concentra sulle opere di Bill pittore e scultore: cinquanta dipinti caratterizzati da campiture piattissime che coprono totalmente le superfici, con giustapposizione e compenetrazione limpida di colori e forme. E accostamenti talora semplici, tal altra elaborati, ma con esiti sempre netti e rigorosi nella determinazione dei contatti tra forma e colore.
Discorso che vale anche per le quattro sculture in mostra: piatta levitĂ , giustapposizione plastica degli elementi e compenetrazione fra materia e vuoto. Registrando quindi una evidente continuitĂ fra lâopera scultorea e pittorica di Max Bill.