Allâingresso della galleria Klerkx, che dedica a Lorenza Boisi (Milano, 1972) questa mostra personale, troviamo un grande dipinto raffigurante uno scheletro fatto di rami secchi, graziosamente vestito e attorniato da due gufi su uno sfondo innevato. Abbiamo, in nuce, tutti gli elementi del lessico pittorico dellâartista. I gufi sembrano voler condurre verso il territorio notturno del ârimossoâ, verso gli aspetti intimi e autobiografici che, trasfigurati attraverso un universo iconografico ricco di simbologie, donano ai dipinti in mostra coerenza e forza espressiva. Ma il rimosso qui è soprattutto la morte, grande protagonista di molte tele della Boisi, evocata dagli alberi spogli del paesaggio invernale, dai falò consumati e, piĂš esplicitamente, dallâimmagine del teschio, tradizionale simbolo, nella storia dellâarte, del memento mori.
La mostra ci dĂ prova di come, a volte, non ci sia strumento migliore della pittura, dei suoi ritmi di esecuzione (ma anche di âletturaâ) lenti, della sua fisicitĂ , per esprimere concetti che i nuovi media spesso faticano a scandagliare o che addirittura hanno contribuito a travisare, a causa della distanza del mezzo virtuale, di un ritmo ai limiti del parossismo e della ripetizione compulsiva. Prendiamo ad esempio proprio il tema della morte: viviamo nel paradosso di una societĂ (a dire il vero, di unâintera civiltĂ ) che non riesce piĂš ad accettarla come parte del ciclo della vita e che dâaltra parte la rappresenta ossessivamente, sia pure in modo virtuale, mediata dalla televisione e dalle immagini di cronaca. La reiterazione delle immagini di morte conduce inevitabilmente alla banalizzazione ed è segno della volontĂ contemporanea di esorcizzare un qualcosa che è la negazione assoluta dellâideologia moderna, fondat
In uno dei quadri in mostra, lâartista compare ridotta al solo scheletro e alla sua riconoscibile capigliatura, mentre cerca disperatamente di ricomporre una collana andata in frantumi. Un detto della tradizione buddista afferma che è necessario immergersi nellâoceano delle passioni per trovare le perle preziose della saggezza. La pittura di Boisi sembra testimoniare un analogo itinerario artistico e interiore.
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