Anne Zeitz (Berlino, 1980) è alla sua seconda personale milanese. Ed
è impossibile non notare come, dal 2006, il materiale deduttivo di questa
ragazza si sia piacevolmente arricchito. Dopo il primo, discreto e ingegnoso
successo meneghino, la berlinese presenta nuovi lavori. E, in occasione di
questa mostra, decide di restituire parte del proprio intuito visivo,
scegliendo scorci ed enigmi che ben si legano con gli spazi della Galleria
Artra.
Il titolo della personale prende l’avvio dalla videoinstallazione
Bienvenue à Val d’Europe che, nel giro di qualche decina di minuti, descrive con accuratezza
da reportage lo spazio proto-urbano di Marne-la-Vallée. L’artista ha scelto
come soggetto descrittivo il paesaggio di uno dei sobborghi nelle vicinanze di
Parigi, divenuto importante poiché ospita il fantasioso parco divertimenti di
Eurodisney.
Di origine asettica e insieme contestataria, le immagini
volontariamente sbiadite accompagnano le
video-sequenze dell’intervento, focalizzandosi sugli abitanti dei villaggi
sorti a seguito della devastante imprenditoria edilizia del Disneyland Resort
Paris. Questo enorme gruppo si è infatti premunito di costruire un nuovo
quartiere abitativo, il cui modello architettonico e strutturale si avvicina a
quello del Disney World realizzato quasi cinque anni fa in Florida.
Quel che Zeitz vuol mostrare è
l’assente restituzione visiva di Marne-la-Vallée, una fantasmagoria guidata
dall’obiettivo della telecamera che registra la trasformazione in atto di un
nuovo artificio. Il mondo finzionale di un altro mondo a sé (il parco di
divertimenti), reso reale dal jingle che lo accompagna, dall’impalcatura
narrativa che lo rende entusiasmante (“
La magia di Disney prende vita!
Disneyland Resort Paris, dopo essere un formidabile successo commerciale, fa
diventare i sogni realtà ”,
si
legge sul sito del Gruppo Eurodisney).
Anne Zeitz, con questo nuovo
progetto ancora da sviluppare concretamente, riprende in realtà un’impronta
analitica che l’aveva incuriosita nel 2004. Allora metteva al servizio del
paesaggio la sua fotografia, applicando ai temi del periferico l’immagine
dell’esclusione, il vuoto della sicurezza, l’imperfezione della paura e
l’impossibilità del controllo.
Le serie fotografiche e le
videoinstallazioni di Zeitz sono appunti che mettono lo spettatore in una
posizione di complicitĂ nulla, imponendo con leggerezza e spontaneitĂ il
proprio timbro registico.