Chiunque sia stato in Sicilia, anche solo di passaggio, sa che lì il Sole è più grande, i colori più intensi, la luce abbagliante, gli odori più forti, il vento più caldo. Così, un campo di grano diventa una distesa colorata di un giallo tanto intenso da trasmettere il suo calore; l’acqua del mare riflette un riverbero accecante; il corpo di una donna fatto di carne e sguardi ne rivela la vita quasi gridandola; il grigiore delle città nasconde, dietro ogni angolo, uno scorcio assolato.
Giovanni La Cognata (Comiso, 1954) fa con i suoi dipinti quello che Andrea Camilleri fa con la scrittura: attraverso la descrizione di singoli paesaggi o persone, presenta una realtà ben più ampia, quella della sua terra: “
Io utilizzo le parole che mi offre la realtà per descriverla in profondità. Non potrei mai ambientare un mio libro in una città che non conosco”, dice lo scrittore.
Allo stesso modo, La Cognata utilizza il pennello e la tela per raccontare le proprie storie.
Poco importa se il soggetto raffigurato è Palermo o Comiso, la madre del pittore o un’altra delle donne della sua vita: la presenza di un nome proprio nel titolo di una tela non aggiunge alcun valore. Ognuno dei quadri, luoghi o persone di La Cognata potrebbe chiamarsi semplicemente Sicilia, e ciò basterebbe a spiegarne il senso più di qualsiasi altro apparato testuale. Deludono, allora, i lavori notturni o quelli in bianco e nero, nonostante in essi siano apprezzabili i giochi di luce che, privata delle tonalità forti usate nelle altre tele, assume in questi il ruolo di protagonista assoluta.
Il paesaggio si riflette anche nell’uomo che lo vive e lo rende vivo. Ecco allora che personaggi diversi entrano a far parte della pittura dell’artista. La Sicilia sono le persone che la abitano, quelle che dalla loro terra hanno dovuto allontanarsi per i motivi più diversi e quelle che la visitano come turisti: un gruppo non meno dell’altro partecipa alla definizione dei luoghi e li rende riconoscibili. La Cognata sceglie di rappresentarli tutti.
Paradossalmente, le strade dipinte sono disabitate. Ma quando nelle tele appaiono figure umane, occupano prepotentemente il centro della scena. Non sembrano avere messaggi da trasmettere, non a tutti: quelle storie nascoste, quegli sguardi indecifrabili, quelle parole non dette restano a conoscenza solo di chi li ha dipinti e di chi ne conosce la vita da vicino.
Al pubblico non è fornito alcun indizio da cogliere, non è chiesto di capire nulla. Ciò che resta da fare è godere edonisticamente dell’indubbia abilità pittorica di La Cognata, volare mentalmente oltre lo stretto di Messina e cogliere della Sicilia tutta l’energia vitale che i dipinti sanno trasmettere.