Una mostra antologica su quello che è, è stato e probabilmente sarà il movimento Neen, inventato ormai cinque anni fa da Miltos Manetas. Questa piccola rassegna offre l’opportunità di far conoscere al pubblico che generalmente non frequenta i siti web relativi all’arte in rete o i vari festival d’arte elettronica, un movimento internazionale che nel web è nato e che al web rimane indissolubilmente legato. Vedere riprodotto in video, come avviene in galleria, quello che nasce per lo schermo dei computer, non permette tuttavia di cogliere in pieno la poetica, l’ironia e la raffinatezza di alcune delle opere presentate. Per cui meglio prendersi l’elenco dei lavori neen su neen.org e magari recarsi in galleria solo per comprarne il dominio internet. In effetti l’esposizione su video è un vero controsenso per dei lavori che, Lev Manovich docet, vivono di interattività, di immagini in movimento e di suoni costruiti per le schede audio. In quest’ottica, è impossibile comprendere un lavoro come togetherness.org di Nicola Mai Ueda, senza vivere lo spaesamento che genera quando, trovandoci di fronte al monitor, si resta nell’impossibilità di interagire con esso. In ugual modo non rimane nulla dell’affascinante schermo che sanguina in fataltotheflesh.com dell’olandese Rafael Rozendaal: ci è preclusa la possibilità di infrangere lo schermo con il movimento del mouse. L’opera si crea qui attraverso la nostra interazione, innescando in noi semplici meccanismi videoludici, sforzandoci a livello inconscio di porci regole di gioco. Come davanti a elasticenthusiastic.com di Angelo Plessas o a thisisneen.org di Joel Fox.
L’esposizione in galleria pone quindi una visione estetizzante: niente azione, niente musica, niente ironia che traspare, perché ponendosi al di fuori dal contesto del web ci è precluso coglierla. Ciò che rimane sono quindi solamente quei lavori, come quelli di Angelidakis, che mirando ad una visualizzazione della rete attraverso bianche architetture, si pongono già al di là di internet e compagni.
Nonostante le pecche che questo tipo di visualizzazione propone, l’esposizione può essere riabilitata da un lato dalla necessità di fornire una visione completa del movimento e quindi dall’intenzione di comunicare l’idea di un gruppo variegato, in cui convivono fashion designer, architetti, musicisti. E d’altro canto l’esposizione in video salva anche la mostra dal rischio, in cui spesso incorrono tentativi come questo, di avvicinarsi più ad una sala giochi che ad un’efficace presentazione della ricerca artistica a livello del web e dei nuovi media.
Un ultimo punto di forza? Quello di portare alla luce in Italia eventi e tematiche che sono solitamente snobbate dal mondo dell’arte nostrano, che tende spesso a liquidare questi movimenti e queste ricerche come già inattuali o come da sempre destinate al fallimento. Un male prevalentemente italiano: infatti, senza arrivare alle proposte del Moca di Cleveland, basta ricordare il Padiglione belga e quello olandese alla scorsa Biennale di Venezia. Quindi, nonostante gli appunti che si possono muovere a questa mostra, si può sperare che la panoramica su un movimento, nato nel 2000 e ancora vivo, ponga un piccolo germe di apertura, magari anche solo allargando le tematiche della produzione artistica. Perché dopotutto anche da noi l’arte è giunta ai tempi della rete.
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www.neen.org
alberto osenga
mostra visitata il 7 marzo 2006
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un parere in calce dell'esperta di ex valentina tanni è gradito, grazie
vero per la musica. mi riferivo all'impossibilità di seguire quella dei lavori, ma se situzione ha da essere...
Superneen: una mostra che non vuole mostrare delle opere Neen ma lo spirito Neen.
La mostra: non e' pensata come mostra ma come situazione.
Domanda: Ma che tipo di situazione?
Risposta: Non si sa.
Domanda: Come si fa partecipare?
Risposta: Non si sa. Uno dovrebbe improvisare.
Se niente succede dopo l'opening: Fa niente. Neen non deve succedere per forza.
"niente azione, niente musica, niente ironia che traspare"
C'e musica: GNAC, e Aki Tsuyuko.
Ironia che traspare: Non c'e mai stata ironia nel Neen.