Coinvolgendo alcuni giovani artisti milanesi sul tema della città, gli altrettanto giovani del gruppo “con-cura” hanno preso spunto dal libro di Bruno Munari intitolato Da lontano era un’isola, capolavoro gioioso del prospettivismo. Grazie anche alla disponibilità delle gallerie, il risultato è degno di attenzione, per una collettiva di fine estate che facilmente sarebbe potuta sfociare in un’accozzaglia di lavori. Al contrario è evidente un filo conduttore non solo tematico, ma soprattutto d’approccio. Un desiderio d’emancipazione e critica, talora di militanza, che contraddice il presunto cinismo e lassismo delle nuove generazioni. Con un’attitudine ironica e disincantata, che permette di affrontare tematiche di grande rilevanza senza assumere un’espressione affranta. Naturalmente, questo discorso è verificabile in differenti misure e dosaggi, ma è indubbio che generalmente contraddistingue il lavoro degli artisti invitati.
L’attenzione ai mezzi di comunicazione contemporanei si esplicita nelle minuscole tele di Pablo Perra, che riproducono in scala 1:1 le schermate di una telecamera digitale, o nel supporto scelto da Anna Biagetti, che fa scorrere in una vetrina pubblicitaria i frame di un video incompiuto. L’occhio sulla città ha infinite declinazioni, per esempio quella assunta da Stefania Ferrari, che fotografa e descrive anche testualmente l’esperienza di giovani “fuorisede” transitati o approdati a Milano; oppure -rivolgendo all’esterno lo sguardo, con un pulsante desiderio di libertà- Federico Solmi destruttura la città in molteplici sagome che si dispongono sul pavimento e sul muro, oltre a presentare un grezzo modellino di un’auto della polizia, che sul lunotto posteriore ospita la proiezione di un video(game) alla Bonnie & Clyde.
La voglia impellente di libertà, anche aldilà della legalità borghese, caratterizza il lucido e ossessivo video di Fabio Palmieri, che progetta una rapina in banca, giungendo al pericoloso confine con la realtà. Una riflessività più pacata e che coinvolge lo spettatore si ravvisa in tre artisti: Stefano Bruna allestisce fragili percorsi delimitati da gusci d’uovo che, al passaggio del visitatore, fanno risuonare sensori intonati come campane di una chiesa digitale; Stefano Peressini costruisce un sistema praticabile di fontane rasoterra che sprizzano vibranti liquido nero; infine, nel lavoro più interessante della rassegna, Manuel Ehrenfeld (Sandtrace, 2004) punta su sinestesia e interattività, proiettando un video su una teca coperta di sabbia, che quando viene manipolata modifica e sovrappone le immagini, personalizzando la città più consona al paesaggio prefigurato dallo spettatore.
Una menzione merita anche il catalogo, nel quale sono state affidate due pagine a ogni artista, che spesso non si sono limitati a documentare il progetto, creando un valore aggiunto al prodotto editoriale.
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non credo sia la mostra dell'anno e nemmeno del mese. credo altresì che la stasi di milano sia ANCHE dovuta alla spocchia di chi ritiene che incoraggiare i "giovani" non sia trendy. da parte mia, credo abbiano fatto un buon lavoro sia i curatori che gli artisti, ovviamente chi + e chi -. com'è ovvio che ognuno ha curato una parte della mostra, con tutto ciò che comporta, dall'ufficio stampa al catalogo, dalle relazioni con le gallerie a quelle con gli artisti ecc.
m.e.g.
concordo con davide, ho visto la mostra e non mi sembra che sia a livello curatoriale e gli artisti presenti, siano portatori di tematiche o espressioni tali da considerare la mostra sufficente. Rispecchia l'attuale stasi di Milano.
Capisco l'entusiasmo, ma da come è scritto l'articolo la mostra sembra frieze o sensation, andiamoci piano!
Io lo vista ieri e davvero non mi sembra sto granchè.
Lei nel suo articolo si lancia in frasi come "una missione impossibile" e "è finita la dittatura di pochi"... a me pare che qui l'unica missione "incredibile" è che ci sia bisogno di 18 curatori per 16 artisti(sigh!) qual'è il lavoro curatoriale? Non mi dica che sta tutto nella scelta del titolo? Povero Munari. Possibile che non ci sia un curatore (giovane e non) che ha la capacità e una visione generale per proporre delle tematiche e un discorso curatoriale forte per Milano? Eh si che in mostra ci sono dei bravi artisti...
Davide